Ieri sera, dalle parti di Largo Argentina, ho constatato, nel mio piccolo, che intervenire in conferenza porta come niente ad equivoci...e si diventa facilmente quello che non si e'.
Oltre a mie evidenti incapacita', penso dipenda anche dal fatto che questo luogo e' deputato ad altro, e il modo di leggere i testi e' conseguente: consapevolezza tardiva, ma meglio tardi che mai... :)
Tuttavia, aggiungo un'ultima cosa. Ho avuto, anche ieri, la sensazione di scarsa attenzione, un po' a priori, per molte opinioni, soprattutto "critiche". Che invece potrebbero servire tutte (anche quelle all'apparenza piu' banali e meno costruttive) almeno come elemento di riflessione. Temo che puntare eccessivamente sulla consapevolezza di essere "i piu' bravi rispetto allo schifo generale" sia rischioso.
Inoltre, mi pare necessario fare un minimo di chiarezza (contrariamente a quanto molti pensano) fra azione/dibattito del PR e del "resto".
Persone convocate dal PR per discutere sul PR si trovano, naturalmente, a sentire di questioni italiane che il PR, come tale, non puo' e non deve affrontare, almeno fino al congresso. Capisco benissimo che "fino a quando non c'e' Pannella si fa che quel si puo'", e che la discussione diventa necessariamente "di area". Ma uno sforzo di chiarezza potrebbe fare, credo, piu' bene che male.