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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 10 gennaio 1999
PANNELLA: DELIRI E FOLLIE DELLA DIARCHIA COSSIGA-PCI TORNANO A IMPERVERSARE, CON IL LORO PATRIMONIO DI MORTE E DI DISTRUZIONE DEL DIRITTO.

Roma, 10 gennaio 1999

"Il tandem politico Cossiga-PCI ha già prodotto nella storia italiana l'infamia degli anni di piombo, della distruzione dello Stato di diritto con le leggi dell'"emergenza", il peggioramento dei codici fascisti, l'imbarbarimento dello scontro politico con chiunque non fosse acquisito all'unità nazional-partitocratica, una selva di decreti e di leggi di sospensione della legalità repubblicana, il linciaggio di Aldo Moro, il tradimento delle regole e funzioni del Parlamento e degli stessi partiti, a cominciare dalla DC pur di Zaccagnini, l'uso della "dialettica" "anti" piduista, con gli interi vertici delle forze armate, di quelle di sicurezza, dei boiardi di Stato, a costituire la P2.

Cossiga e PCI, o ex-PCI, sono e sono stati complici in vicende dove i cadaveri ancor oggi negli armadi, furono molti, a cominciare da quelli delle due Camere, e della giustizia.

Molti si chiedono dove sia la forza di Francesco Cossiga, e la debolezza del mondo della sinistra di potere dinanzi alla gestione diarchica, nuovamente diarchica, della "politica" italiana. La risposta è tutta nei tre decenni che ci precedono, e che la stessa Commissione stragi del pur inizialmente coraggioso Presidente Pellegrino non ha potuto o voluto svelare, a cominciare dalla cruciale "vicenda D'Urso", dall'assassinio del comandante generale dell'Arma, generale Mino, dal linciaggio del Presidente Pertini, del quale Scalfari chiese l'impeachment, per non aver consegnato il governo del paese alla parte più chiaramente "golpista" (e "democraticistica") della partitocrazia.

Intanto due morti per mano della criminalità comune tornano a essere sbattuti in prima pagina dai massimi quotidiani della Repubblica, e Cossiga, diarca oggi come allora con il PCI, invita lo Stato a militarizzarsi e a sparare, come quando a fronte di 65 assassinati dal terrorismo, promossi dalla politica e dalla stampa, il regime occultava gli oltre mille assassinati per mafia nello stesso periodo.

Conoscendo i soggetti in campo, la coscienza di Francesco Cossiga resta la meno arbitraria delle speranze contro le rinnovate follie e i vecchi deliri del potere italiano.

Il che, certo, è tutto dire su quel che attende il paese. Mentre i democratici, che pur ci sono, e il Polo stanno a guardare".

 
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