SOLE 24 ORE, domenica 10 gennaio 1999
E' L'ANALFABETISMO LA VERE EMERGENZA
di Sergio Cofferati, Segretario nazionale CGIL - Luigi Agostini, Responsabile nazionale Dipartimento Politiche di Cittadinanza - Maria Gigliola Toniollo, Responsabile nazionale Ufficio Nuovi Diritti
I continui progressi in campo biotecnologico rappresentano un'opportunità straordinaria per la ricerca scientifica e per le ricadute applicative che necessariamente influenzeranno la salute, la qualità della vita, la formazione, il lavoro e l'ambiente; l'insieme cioè delle relazioni e degli assetti sociali e politici. In particolare, il passaggio dalla medicina preventiva alla medicina predittiva, la rapida diffusione dei test genetici, la costruzione di banche-dati genetiche, la concentrazione monopolistica della conoscenza scientifica e tecnologica, disegnano uno scenario che richiede una grande e diffusa alfabetizzazione scientifica e insieme la progettazione di nuova forme di protezione giuridica dei lavoratori e dei cittadini.
L'incidenza delle prospettive offerte dalla scienza e la dimensione dei pericoli potenziali implicati dall'innovazione, non permettono di prescindere da un dibattito collettivo circa la definizione di politiche pubbliche responsabili e condivise che abbiano come obiettivo l'individuazione delle regole più idonee a governare la rivoluzione biotecnologica. Proprio quest'ultima implica la necessità di aggiornare e ridefinire l'intera gamma dei diritti di cittadinanza, anche richiamandosi alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ed alla Dichiarazione sul Genoma e i Diritti umani dell'UNESCO.
Nella società contemporanea, l'esercizio effettivo dei diritti di cittadinanza e la possibilità reale per gli individui di operare delle scelte e di difendersi da eventuali abusi, comportano un'efficace diffusione della conoscenza scientifica perché ciascun cittadino sia messo in grado di comprendere e quindi di valutare autonomamente benefici e rischi.
Il livello altissimo di disinformazione, il sensazionalismo e lo stravolgimento stesso dell'informazione più elementare, insieme con il livello culturale spesso gravemente inadeguato della popolazione e della stessa classe dirigente del paese, non possono che produrre oscurantismo apocalittico o adesione acritica all'innovazione tecnologica.
La priorità di un'azione di governo finalizzata alla costruzione della società moderna deve necessariamente rivolgersi a sanare una situazione di analfabetismo scientifico generalizzato e penalizzante poiché il sapere rappresenta il fondamento dell'esercizio concreto dei diritti individuali e dei diritti collettivi, che sono poi l'architrave della democrazia.
Chiediamo pertanto al Governo ed alle Istituzioni competenti di promuovere, relativamente al settore delle biotecnologie, indagini conoscitive sulla qualità della formazione scolastica ed accademica, sulla percezione collettiva del rischio e sulla idoneità delle strutture preposte al controllo delle nuove tecnologie. Chiediamo inoltre che il Governo e le Istituzioni competenti si attivino tempestivamente per sostenere iniziative articolate di alfabetizzazione scientifica che consentano all'Italia di raggiungere anche in questo campo i migliori requisiti per un ingresso a pieno titolo in Europa.