CORRIERE DELLA SERA martedi', 12 Gennaio 1999
Focus, Economia
L'assemblea dell'UniCredito sembra essersi chiusa con un sostanziale accordo tra privati e fondazioni. Una buona notizia forse per i soci contendenti. Non certo per chi tenta di liberarsi dai lacci e lacciuoli della politica. Dall'intesa si deduce infatti che le fondazioni, regno incontrastato della politica, hanno acquistato maggiore peso. Nel comitato esecutivo della banca tre membri su sette faranno capo agli enti pubblici. Non solo; il consiglio di amministrazione è stato allargato da 17 a 19 membri per dare più peso alle varie componenti, a partire dalle fondazioni. Una scelta che ricorda quella in uso nella formazione dei governi della Prima Repubblica: dilatare a dismisura le poltrone da ministro e sottosegretario per accontentare più partiti e partitini possibile.