Scusate se insisto su un argomento di interesse marginale in questa conf, ma, malgrado tutti i miei sforzi, non capisco cosa induca ad avere fiducia nelle istituzioni stuatali in materia di difesa dei diritti umani. Genocidi, democidi, guerre e crimini contro l'umanita' sono, nella stragrande maggioranza dei casi pianificate ed attuate da Dittatori e non da amministratori d'azienda.
Non mi pare di intravedere niente di particolarmente scandaloso in quanto scrive Zanone e cioe' che "I codici deontologici delle multinazionali industriali e finanziarie sarebbero certamente un importante rimedio alle debolezze delle tutele giurisdizionali..." buoni propositi che non andrebbero a creare confusione in materia come dice Giulio (si tratterebbe infatti di codici di condotta interni resi pubblici, che comporterebbero l'esame dei consumatori piu' attenti a certe tematiche e la loro critica attiva in caso di violazioni) ma che invece servirebbero da stimolo e pressione sui governi da parte di privati.
Mi pare inoltre ancora strano lo stupore "che un liberale sostenga l'intrusione di soggetti economici in un campo che deve rimanere riservato agli Stati, alle Unioni di Stati e ai diritti da loro espressi" ma forse per la brevita' dell'affermazione mancano altri argomenti, che resto desideroso di conoscere.
Infine relativamente a "l'efficacia concreta del codice deontologico di una multinazionale, a partire dall'attivita' della stessa, non occorre essere terzo-mondisti per nutrire seri dubbi", senza ricordare l'efficacia o la scelleratezza di certe leggi di adozione parlamentare, credo che i recenti esempi di campagne popolari e stampa contro le pratiche della Nike o della Reebok o di Benetton siano serviti a sollevare il problema a livello internazionale e a far coinvolgere in campagne ad hoc di 'riparazione'i cattivoni delle multinazionali tanto odiati dai terzomondisti... (to be continued)