In risposta all'articolo di oggi sul CORRIERE ADRIATICO che cita:
<Nemmeno i SETTE-PANNELLIANI-SETTE, che lo accolgono in piazza Santa Maria, riescono a guastargli la giornata. Quando scende dall'auto, qualcuno di questi, marcati da un poliziotto a testa, si mette una trombetta in bocca. E soffia. Uno dei cartelli dice: " Meno 134 giorni, ci dispiace che finalmente te ne vai". Il Presidente si avvicina mette a fuoco e alza le mani: "Buon anno"risposta: "Buon anno, ma che non sia per altri sette". .....>>
Aggiungo: Universita', zero studenti; divieto ai giornalisti di fare domande; giornalisti ammessi a Santa Maria della Piazza ecc, solo ANSA; cittadini presenti in piazza zero (escludendo i 15-panelliani-15 e non "sette-...", sti ladri); altre forze politiche di opposizione presenti in piazza, zero (accademici e curia avevano già fatto sapere che non avrebbero gradito, parole riferitemi dai responsabili regionali di AN e FI)
Molto bene la notizia della nostra maifestazione su TGTRE MARCHE, su TV CETRO MARCHE e TVA. Resto del Carlino, una schifezza (come sempre d'altra parte).
COMUNICATO STAMPA:
PER SCALFARO, UN PUBBLICO DI COSCRITTI
Ieri la citta' di Ancona ha salutato l'arrivo (e la partenza) di Oscar Luigi Scalfaro e del suo corteo. Ad attenderlo vi erano moltissimi agenti delle forze dell'ordine, molti scolari (coscritti, al pari dei primi), molti giornalisti, la totalita' degli amministratori e dei burocrati locali, il clero diocesano al gran completo.
In realta', ben pochi tra i cittadini anconetani hanno voluto rivolgere il loro benvenuto ad un Presidente della Repubblica che ha fatto, per citare il discorso di fine anno, risorgere l'Italia: quella della partitocrazia, quella antireferendaria, quella del proporzionale e del finanziamento pubblico dei partiti, quella corporativa e dell'esautoramento del Parlamento, quella dell'irrilevanza della volonta' popolare, oltre che della Costituzione e di qualsiasi altra legge.
Noi militanti della Lista Pannella insieme ad altri concittadini, relegati dietro transenne, accerchiati e "marcati a uomo" come pericolosi criminali ed, a tratti, arbitrariemete tenuti ad "indebita" distanza dalle forze dell'ordie (grave il fatto che un folto cordone di militari ci abbia impedito di giugere di fronte al Duomo) abbiamo dato, ancora una volta nella completa solitudine tra le forze che pretendono di fare opposizione, corpo e voce a quella parte, largamente maggioritaria, della citta' che non si sente affatto rappresentata da colui che dovrebbe rappresentare l'unita' della nazione, e anzi lo accusa di aver tradito se stesso, la Costituzione e gli italiani, minando drammaticamete la credibilita' delle istituzioni.
Stefano Mazzocchi
Mauro Paolinelli