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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 16 gennaio 1999
PANNELLA: VIETATO PARLARE ALTRIMENTI CHE CON IL LINGUAGGIO DI CORTE E DI CORTILE. COSI' TORNIAMO A EMETTERE SILENZIO, CON LA NUOVA P2 CHE CI GOVERNA PIU' DI IERI. SIAMO "VIETI" PERCHE' VIETATI. CON FEROCE CENSURA. LA CORTE DIRA' SI'

Roma, 16 gennaio 1999

"Se polemizzi con la diarchia Cossiga-ex-PCI e ricordi gli anni dell'emergenza, di piombo e dell'"unità nazionale", mentre l'ex-Presidente della Repubblica chiede che lo Stato "torni a sparare"; se ricordi che è cosa vecchia l'uso di sbattere qualche morto in prima pagina, per meglio ignorare qualche altro migliaio di diversa messa a morte, come ai tempi degli assassinii di terrorismo spesso quasi per commissione e del silenzio omertoso su migliaia di assassinati per mafia; se trovi scandaloso che si proclami ufficialmente di voler pagare un tanto a arresto l'opera dei poliziotti; se denunci la doppia impostura dei sindaci che vogliono fare delle elezioni europee lo strumento per le loro personali carriere nella sinistra e nelle istituzioni e ricordi che si è ancora in tempo per impedire cumuli di responsabilità incompatibili fra loro; se parli chiaro e denunci oggi il regime così come ieri denunciavi da solo la P2, allora puoi star tranquillo: non avrai nemmeno un rigo sulla stampa e avrai emesso solo silen

zio, perché gli italiani non possano ascoltarti.

E' quanto documenteremo nei prossimi giorni.

Per intanto torniamo a denunciare anche in questa seconda fase della prima Repubblica, partitocratica e fuori-legge, l'esistenza certa di una nuova, più pericolosa P2, nella quale gli insospettabili operano probabilmente in prima persona, senza l'alibi o la copertura dell'affarista pseudomassonico Licio Gelli (che, anzi, deve essere giustiziato in e dal carcere), in posizioni più o meno ufficiali del nuovo Stato delle corporazioni e dei fasci partitici, del finanziamento pubblico e truffaldino di partiti, sindacati, chiese e parrocchie "sociali", editori e fondatori di fondazioni, giudici felloni e "rivoluzionari", arcivescovi federalisti e usurai, corte dei miracoli degna dei mostri di Goja, della satira profetica di Grotz e dell'iconoclastia dell'Asino di Podrecca.

Intanto, lo ripeto, è vietato parlare, se non si chiacchiera con linguaggio di corte, di cortile, di regime, che a mala pena tollera qualche orleanismo di provincia, come quello dei "sindaci" in mal di carriera e di qualunquismo apolitico.

Come trent'anni fa, i "giornalisti" mi diranno che le mie denunce sono "viete", sol perché vietate.

Ma dove sono, se non come quasi sempre in questo secolo, se non a corte dell'uno o dell'altro sovrano, ingegnandosi a galleggiare sempre e comunque, avidi di lenticchie i "liberali italiani"?

Dov'erano le belle anime che oggi s'affollano, piatto ricco mi ci ficco, "a difesa" dell'"autonomia" della Corte Costituzionale e del diritto ad un, uno di numero, referendum (tanto è già pronta ad opera dei "referendari" la legge che deve "superare" il referendum stesso), lo scorso anno quando un plotone d'esecuzione che farebbe vergogna alla Corte Costituzionale di Belgrado, di Milosevic, si accingeva a cestinare due dozzine di referendum perfettamente costituzionali, vera rivoluzione liberale sostenuta dall'immensa maggioranza dell'opinione pubblica informata? Erano dove sono oggi. Non temano: la Corte non oserà replicare. Dirà di sì per gli stessi motivi per i quali disse di no. Ignobili."

 
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