Il comunicato dei nostri due eurodeputati a commento del conflitto tra Parlamento Europeo e Commissione, nel quale si rilancia e amplifica la tesi del complotto tedesco, mi suscita qualche perplessità.
Una candidatura Kohl non mi pare abbia bisogno di tali manovre per proporsi e affermarsi. E poi davvero la Germania avendo sia presidenza della Commissione che presidenza di turno dell 'unione riuscirebbe a imporre le riforme che le stanno a cuore? E davvero gli interessi tedeschi, che spingono verso la riduzione o contenimento della spesa pubblica europea, quella agricola in particolare, sono cosi' riprovevoli?
Quanto al voto unanime di tutti i deputati tedeschi per censurare la Commissione, saro' banale e naif, ma io me lo spiego cosi.
I tedeschi sono i principali contributori netti al bilancio comunitario, non sono contenti di questa situazione e vogliono cambiarla. Altri paesi invece, in particolari quelli beneficiari netti, sono contenti di questa situazione e vogliono conservarla. La Corte dei Conti dice che il 5% del bilancio comunitario é affetto da irregolarità e frodi. Con una simile performance il direttore finanziario di una qualsiasi azienda in qualunque parte del mondo, occidentale, viene licenziato in tronco e forse anche citato per danni. Il controllo di un Parlamento eletto dal popolo sul modo in cui un esecutivo spende il denaro pubblico é l'essenza della democrazia. Tutto cio' considerato, mi sembra, se non condivisibile, comprensibile che i tedeschi siano particolarmente sensibili e severi verso situazioni di "cattiva amministrazione" da parte della Commissione. O no?