Roma, 18 gennaio 1999
Dichiarazione di Marco Pannella:
"Mancano solo le comparse, le masse dell'Aida. A favore del referendum l'Italia s'è desta. I pochi che osano auspicare il no servono solo a valorizzare l'immensa armata di questa sì. Tutti sanno che se in questo contesto la suprema Corte partitocratica e oligarchica dovesse tornare al suo sport preferito: quello di plotone d'esecuzione contro il diritto e gli inermi vorrebbe dire semplicemente che ubbidisce all'ordine del suo dirimpettaio di Piazza del Quirinale. Vorrebbe dire, insomma, che si consegna al ludibrio nazionale non già chi lo ha ampiamente meritato ma chi avesse disubbidito ai massimi partiti del regime.
Fa pena e un pochino anche ribrezzo la grande mobilitazione a favore del "diritto" da parte di una stampa e di ceti dirigenti che ancora lo scorso anno prepararono il divieto di referendum chiesti da nove milioni di elettori, nel rispetto più assoluto della Costituzione repubblicana. Quella scritta dai padri costituenti nei due o tre semestri di regime di libertà che negli ultimi ottanta anni l'Italia ha potuto avere.
Comunque la notizia che vi diamo è che la Corte dirà sì e questa volta riporrà la sua beretta nel cassetto ma il problema della democrazia e dello Stato di diritto da conquistare può essere risolto solamente con la abrogazione della Corte stessa, magari per referendum, in attesa che funzionino in Italia tribunali ordinari capaci di condannare usurpatori, profittatori, associati per delinquere contro la legge fondamentale e contro i diritti dei cittadini.
Di questo v'è ormai in Italia ben più bisogno di quando "cadde" il fascismo e lasciò la sua eredità all'"antifascismo" partitocratico."