a parte l'ovvia risposta al tuo "cui prodest", e cioè la significativa elargizione di micromacroappalti pubblici per la riconversione salvifica dei tralicci in ex-tralicci e del sottosuolo in trappola di faraday della nostra salute, ce n'è un'altra, di risposta intendo, che forse ti troverà d'accordo. Prodest al fuoco d'artificio di convegni, tavole rotonde, salsicciate, opuscoli, newsletter, corsi di formazione degli operatori che informano i formatori di altri corsi di formazione, frizzi e lazzi del mondo ambientalista italico. Che è velleitario, statalista nel senso di prebende, qualunquista ma trasversale, comunque buono ed etico, inutile. Quel mondo ambientalista che ha bisogno continuamente di essere nutrito, come il pulcino elettronico giapponese, di nuovi falsi bersagli per poter far dichiarare Realacci, far eleggere sindaci, far tagliare alberi per pubblicare decaloghi politically correct e accendere lampadine alle festicciole di autocoscienza. Evviva.Ambiente o ambientalismo, e non ambiente e ambientalismo, sono le parole chiave di risposta al cui prodest...
grazie paolo per le tue osservazioni.
cin