Sette interpellati su dieci non sanno nulla della decisione che sta per essere presa dalla CorteL'osservatorio di Renato Mannheimer
Da IL CORRIERE DELLA SERA, lunedi' 18 gennaio 1999
"Sette italiani adulti su dieci non sanno nulla della decisione che la Corte costituzionale dovra' prendere tra pochi giorni sull'ammissibilita' del referendum elettorale? Non e' possibile!".
Questo e' stato grosso modo il commento di svariati uomini politici cui ho mostrato in anteprima i risultati di questo sondaggio. Eppure il dato era pressoche' scontato. Una quota crescente della popolazione si disinteressa totalmente degli avvenimenti politici. Il fenomeno, peraltro, e' comune a molti altri Paesi ed erano, semmai, in un certo senso anomali gli alti livelli di partecipazione politica riscontrabili (forse) nell'Italia di trent'anni fa. Al di la' del merito della questione referendaria, dunque, questa ricerca conferma come buona parte del dibattito politico sia limitato ad un gruppo certo ampio, ma comunque circoscritto, della popolazione. Dimostrano una conoscenza dei fenomeni politici relativamente maggiore le persone dai 40 ai 60 anni, i maschi, coloro che svolgono una attivita' lavorativa, che risiedono nelle regioni del Nord e nei Comuni di piu' ampie dimensioni e, specialmente (e' questo il vero elemento discriminante), che possiedono i titoli di studio piu' elevati: tra i laureati gli i
nformati sulle prossime decisioni della Consulta sono il 60%, il doppio che nella popolazione in generale (ma i laureati, si sa, costituiscono solo grosso modo il 5% della popolazione adulta).
La maggioranza assoluta di costoro, degli "informati", ritiene che la Corte sara' senz'altro condizionata dalla politica. Tra i non informati, la maggioranza assoluta risponde coerentemente "non so", ma, anche tra costoro, la maggioranza di chi esprime comunque un'opinione e' convinta dell'esistenza di condizionamenti politici. Risultano piu' scettici sulla capacita' di emettere un giudizio obiettivo da parte della Corte gli elettori di destra (specie An) e di Centro (specie, significativamente, Italia dei Valori, Lega e Ppi).
Ma il fatto che la Consulta sia ritenuta condizionata dalla politica non appare cosi' grave, tant'e' che non comporta un atteggiamento di sfiducia verso di essa. La maggioranza assoluta degli "informati" manifesta la propria fiducia verso l'operato della Corte, mentre tra i "disinformati" le opinioni si dividono quasi in egual misura tra fiducia, sfiducia (con una lieve e scontata prevalenza di quest'ultima) e incapacita' di formulare una opinione. Forse coloro che seguono piu' da vicino le vicende politiche ritengono che il fatto che la Consulta sia condizionata da pressioni sia inevitabile, scontato. E che dunque esso non debba ledere la stima verso di essa.