Sulle privatizzazioni delle banche Cavazzuti è netto. "Il disegno per sistema del credito, impostato in modo da separare nettamente l'amministrazione delle banche, che devono produrre profitti, e quello delle fondazioni, che sono non-profit, è fallito". Nella legge passata in parlamento, quest'ultime non dovendo cedere obbligatoriamente i pacchetti di controllo "hanno permesso che i partiti rientrassero nella gestione delle banche" (vedi i casi Unicredito e Cariplo), "conseguenza sarà che le nostre banche rimarranno inefficienti, arriveranno gli istituti stranieri che ne acquisiranno il controllo". Cavazzuti ora spera che il governo, nei regolamenti attuativi, ripristini quello che era lo spirito della normativa prima delle modifiche parlamentari.Ma tutta la gestione delle privatizzazioni ha avuto degli scompensi.
Il professore ha spiegato che c'erano due modelli a cui potersi ispirare: quello francese e quello inglese.
In quello transalpino, lo stato ha scelto a chi cedere il 51% delle aziende in via di privatizzazione, garantendone così una gestione sicura, azioni pesanti (la nostra golden share) con un limitato potere di veto, il resto al mercato..
Il governo inglese, molto semplicemente, ha effettuato un'offerta pubblica di vendita. Il mercato poi ha determinato l'indirizzo gestionale con la formazione di un pacchetto di controllo.
"Noi abbiamo voluto fare un misto. Conseguenza è stata che con l'8% si ha il controllo di un'azienda come la Telecom, che inoltre non è possibile scalare, perché un corpo di leggi lo impedisce".
Cavazzuti ha poi sottolineato il rischio che corrono le varie authority.
"Esse servono per favorire l'effettiva concorrenza. I presidenti dell'antitrust e delle telecomunicazioni sono nominati, come prescrive la legge, dai presidenti di Camera e Senato. Però alte autorità dello stato si sono chieste da dove derivi il loro potere, quando, il parlamento ne ha discusso per anni. Ci potrebbe essere un tentativo di tornare all'antico" aggiunge il neo commissario, che teme il rapporto diretto tra grandi imprese e mondo politico, vanificando così la terzietà delle Authority.
Ma Filippo Cavazzuti è orgoglioso di aver fatto parte di quella stagione politica e di governo che ha portato l'Italia nell'Euro. "Chissà che ondata speculativa si sarebbe abbattuta sulla lira se avessimo dato retta a chi diceva che l'Italia sarebbe entrata nella moneta unica con le ossa rotte!".
Mimmo murrone