A me sembra che oggi, cosi' come ogni volta si sollevi il problema della XIII disposizione transitoria della Costituzione, si confondano responsabilita' personali, storia, antipatie o simpatie personali.Che Vittorio Emanuele III abbia avuto pesanti responsabilita' nell'avvento del Fascismo o nell'entrata in guerra dell'Italia, cosi' come nella promulgazione delle leggi razziali del '38 o nella disfatta dell'8 settembre '43 e' fuori dubbio. E' altrettanto indubbio che tali responsabilita' non possano essere addossate a Vittorio Emanuele IV o a suo figlio Emanuele Filiberto, ma nemmeno a Umberto II, al quale bisogna dare atto di aver accettato, magari a denti stretti e non senza qualche tentazione, l'esito del referendum istituzionale del '46.
Personalmente considero l'esilio una pena inaccettabile, cosi' come l'ergastolo. La XIII disposizione e' ormai anacronistica e assurda, oltre che sicuramente in contrasto con i piu' elementari diritti umani e civili.
Se poi Vittorio Emanuele IV o altri esponenti di Casa Savoia hanno commesso reati, in Italia o altrove, ne risponderanno di fronte ad un tribunale, in Italia o altrove, cosi' come e' avvenuto in Francia per i fatti dell'isola di Cavallo. Di certo non sono queste motivazioni valide ad impedire il rientro "degli ex re, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi".