di Gianfranco Dell'Alba (ARE)alla Conunissione
(03.12.1998)
Oggetto: Aiuti di Stato alla RAI previsti dalla legge finanziaria italiana
Premesso che il governo italiano, presentando al Parlamento il progetto di legge finanziaria per l'anno 1999, ha inserito una sovvenzione di oltre 200 miliardi a favore della Rai giustificandola come una compensazione per mancati introiti derivanti dal canone annuo di cui beneficia l'azienda di Stato radiotelevisiva, che tale sovvenzione, da considerarsi come aiuto di Stato al sensi dell'articolo 92 del trattato, non è soggetta a contabilità separata e rendicontazione specifica di sorta, mancando quindi al più elementari criteri di trasparenza contabile e che tale aiuto è comunque soggetto all'obbligo di notifica preventiva alla Commissione.
Alla luce del suoi più recenti orientamenti in materia, si chiede alla Commissione
Non ritiene totalmente illegittimi tali aiuti, poiché incompatibili con le nonne che disciplinano gli aiuti di Stato?
Intende agire presso il governo italiano per metterlo in guardia contro tale incompatibilità e questo al fine di scongiurare l'inserimento nella legge finanziaria di una disposizione contraria al diritto comunitario?
E-3610/981T
Risposte data dal Sig. Vari Miert
in nome della Commìssione
(1 1 gennaio 1999)
La Commissione non ha ricevuto, allo stato attuale, alcuna notifica dal governo italiano circa la misura di finanziamento menzionata dall'onorevole parlamentare. Un provvedimento delle autorità nazionali concedente risorse statali ad una azienda pubblica ai sensi della direttiva 80/723/CEE della Commissione, del 25 giugno 1980. relativa alla trasparenza delle relazioni finanziarie fra gli Stati Membri e le loro imprese pubbliche' è soggetto ad obbligo di notifica al sensi dell'Articolo 93 del trattato CE.
Peraltro, la Commissione sta analizzando, a seguito di un reclamo ricevuto nel 1996, altre misure in favore della Radio televisione italiana (RAI) potenzialmente rilevanti al fini della normativa communitaria sugli aiuti di Stato. Tra queste, la principale risulta essere il sistema di finanziamento complessivo della RAI, comprendente transferimenti pubblici (canone) a fianco di risorse commerciali (pubblicità).
Sulla base delle imfonnazioni attualmente in possesso della Commissione non risulta che la RAl abbia adottato un sistema di contabilità analitica che permetta di attribuire costi e ricavi all'area di servizio pubblico o a quella commerciale. Né risulta, allo stato attuale, che il governo italiano abbia definito con sufficiente chiarezza quali attività rientrino nell'una o nell'altra area. Pertanto. l'analisi del reclamo richiede delle valutazioni estremamente complesse.
La Conmissione ha richiesto informazioni dettagliate alle autorità italiane al fine di chiarire le fattispecie oggetto del reclamo, alla luce del disposto del trattato CE e del Protocollo di Amsterdam. Alcune di queste informazioni sono già state fornite dal governo, mentre altre non sono ancora disponibili.
La Commissione ritiene che le norme a cui fa riferimento l'onorevole parlamentare debbano essere valutate all'intemo del sistema complessivo di finanziamento della RAI, tenendo conto, tra l'altro, degli obblighi di servizio pubblico imposti dalla normativa italiana alla RAI stessa. Nel caso in cui le risorse concesse dalla Stato alla RAI eccedano i costi sopportati dall'azienda per l'adempimento della propria missione di servizio pubblico, esse potrebbero costituire aiuti di Stato incompatibili ai sensi dell'articolo 92 del trattato CE.