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Conferenza Rivoluzione liberale
Russo Dario - 23 gennaio 1999
RICERCA IN ITALIA
Scusate se vado un po' fuori dal seminato ma ieri sera ho avuto una notizia spiacevole e volevo metterla in piazza per un commento.

Un amico mi ha comunicato che a ottobre "fuggira'" all'estero per poter finalmente fare ricerca.

E' praticamente, un genio, ha rappresentato, unico italiano presente ad un convegno internazionale di fisica svoltosi a new york, la Normale di Pisa presentando con successo esperimenti da lui condotti e' corteggiato da un mare di aziende che lo bramano...

Ma dato il sistema universitario italiano, le baronie di cui esso e' afflitto, e' costretto in attesa che il prof gli firmi la tesi per poter diventare ricercatore a lavorare sfruttato e sotto pagato dallo stesso prof, non avendo alcun mezzo legale per farlo sbrigare senza tagliare i ponti con qualsiasi ipotesi di carriera in italia.

Nelle condizioni del mio amico c'e' ne sono troppi, i piu' bravi chiaramente vanno all'estero, dove l'interesse dei professori e' quello di far circolare gli studenti poiche' gliene arriveranno altri mentre in italia l'interesse e' di trattenere il piu' possibile il malcapitato e di spremerlo come un limone su livelli di ricerca bassi e di bassa lega.

L'ope legis degli anni ottanta in materia ha trasformato un infinita' di studenti volontari che assistevano i prof universitari in ricercatori, creando un tappo all'accesso di chi la carriera da ricercatore la fa seriiamente.

Si e' parlato, per liberare questo tappo dimettere tale insieme di persone in un limbo per togliersele di torno ma ora sembra che l'ipotesi piu' accreditata sia quella di farli tutti prof associati che per la cronaca e' la carica precedente a prof ordinari, spostando cosi' il problema nel tempo ma non risolvendolo.

Ovverosia, cosa si vuol fare?

Incrementare la ricerca incentivando i ricercatori con credibili ipotesi di carriera oppure demotivarli e farli fuggire per lidi migliori?

Lunga vita a Zecchino che perlomenoha avuto l'ardire di rilevare pubblicamente che questi prof universitari "c'hanno poca voia de lavora' ".

 
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