Senza entrare nel merito del documento (su cui avrei da dire ....), c'e' un refuso un po' grave. E siccome la faccia esterna degli estensori e' anche in buona parte la mia, ci tengo -siccome mi compete abbastanza per lo specifico- a non farla sembrare bruttina. Il punto 9 cosi' recita:
"9. la promozione di nuove forme di associazione di imprenditori, produttori e consumatori che vogliano difendere le libertà di lavoro e di impresa;"
A parte che non so quale liberta' di lavoro e di impresa ci sia da difendere, ma forse (se liberta' significa regole e non "legge della giungla"), si tratta piuttosto di liberta' da affermare .... Mi domando:
cosa c'entrano i consumatori con la liberta' di lavoro e di impresa?
Faccio due ipotesi:
1 - e' un refuso, per cui' e' saltata la liberta' di consumo (sempre da affermare e non da difendere, off course:-));
2 - si crede che i consumatori debbano operare solo per la liberta' di lavoro e di impresa, perche', di conseguenza, queste due liberta' porteranno anche a quella di consumo. Ragion per cui i consumatori sono visti come una categoria politica (quasi un partito) con cui allearsi per raggiungere il sommo obiettivo che, ovviamente, non e' il bieco consumo (in questo caso sinonimo di consumismo), ma il controllo dei mezzi di produzione da parte degli attori diretti, perche' divengano protagonisti.
L'assenza dei consumatori come attori, e la loro considerazione come parte politica (a cui chiedere di portare acqua), e non parte squisitamente ed esclusivamente economica mi prefigura un mercato senza liberta', dove il potere politico non e' ordinatore di capacita' e offerte, ma dispensatore di indirizzi: ne' piu' ne' meno di quanto faccia oggi il ministro Bersani, che sta dicendo ad una categoria o ad un'altra quanto, quando, dove e come essere liberi, tutelando lui il loro diritto di liberta'.
E' evidente che mi sono dilungato sul secondo punto perche' credo che sia questo il motivo.
Con una riflessione, gli estensori del documento (quando, dove, come, chi?), potrebbero ritrovarsi e metterlo a puntino.
Altrimenti (fate prima) levate la parola consumatori, che' forse vi e' sfuggita nella foga "oratoria" perche' oggi "fa figo" usarla.