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Poretti Donatella - 26 gennaio 1999
BONINO: BASTA CON I SINDACI DA ESPORTAZIONE

IL CORRIERE DELLA SERA, martedi' 26 gennaio 1999

"Assurdo che le elezioni europee siano usate per una conta tutta italiana. Avremo una rappresentanza frammentata e part-time" Pannella: La sua grande lezione e' non fare solo le battaglie vincenti. La riforma e' in Parlamento, Di Pietro non se n'e' accorto

L'INTERVISTA / Il commissario europeo a favore dell'incompatibilita' tra primo cittadino ed europarlamentare. E sulla legge elettorale chiede uno sbarramento

di Andrea Bonanni

BRUXELLES - "Bel colpo: abbiamo inventato i sindaci da esportazione"

Come, scusi?

"Ma si'. In Italia la legge proibisce che i sindaci possano fare i deputati o i senatori. Pero', non si capisce perche', possono fare i parlamentari europei: sono sindaci da esportazione le dico. Ecco un'altra bella specificita' italiana".

Emma Bonino, commissaria europea, questa volta ce l'ha con la legge elettorale per le europee. Ma come, proprio lei, una libertaria, vuole proibire a Cacciari e a Rutelli...

"Sia chiaro: io non nego a nessuno il diritto di fare un partito. Ma non mi piace questa idea di usare le elezioni europee per una conta tutta italiana solo perche' sono le prime che arrivano. E allora da'i, tutti a candidarsi. Tanto piu' che noi italiani saremmo capaci di fare venti liste anche se dovessimo eleggere Miss Universo, ma questo non lo scriva".

Capisco l'indignazione. Ma che c'entra l'Europa?

"Alle elezioni europee, se permette, l'Europa c'entra eccome. O almeno dovrebbe entrarci. Non le sembra?"

Si', ma i sindaci...

"Lasciamo per il momento da parte i sindaci. E parliamo di Europa, allora. Siamo arrivati a una fase determinante della costruzione europea. Una fase critica. Questa e' l'Europa del dopo-muro, del dopo-Mitterrand, del dopo-Kohl, del dopo-euro. Siamo pieni di "dopo", ma non vedo neppure un "pre". L'unico progetto per il futuro e' l'allargamento. Ma anche quello e' pieno di vuoti da riempire, come per esempio la riforma istituzionale".

Giusto, ma che c'entrano i sindaci?

"C'entrano, perche' nessuna istituzione puo' funzionare senza un progetto, senza idee. E allora qualcuno lo deve fare, questo progetto. Credo che con l'unione monetaria l'Europa abbia raggiunto il massimo di integrazione funzionalista possibile. E questo, ovviamente, riporta l'integrazione politica in primo piano. Se non arriviamo a fare gli Stati Uniti d'Europa, temo che non reggera' a lungo neppure quello che abbiamo integrato finora, a partire dalla moneta. C'e' una richiesta fortissima di unione politica, che pero' e' tutta da inventare. Per questo le nomine e le prossime elezioni europee sono un elemento determinante. Per questo e' importante che gli 87 eurodeputati che eleggeremo in Italia lavorino come una "squadra-paese" e che si dedichino totalmente a questo compito. La costruzione della nuova Europa non si puo' fare part-time o nei ritagli di tempo".

E invece?

"Invece rischiamo di uscire dalle elezioni europee con una delegazione italiana frammentata e part-time"

Beh, ma la frammentazione e' inevitabile...

"Mica tanto. Ma lo sa perche', nonostante i nostri 87 deputati, al Parlamento europeo non abbiamo nessun capo di un gruppo politico, nessun coordinatore, pochissimi incarichi di rilievo? Perche' i nostri eletti nel '94 si sono divisi in 14 liste, mentre al massimo gli altri Paesi di liste ne hanno 5 o 6. E se applichiamo la legge elettorale vigente, alle prossime elezioni di liste ce ne potranno essere una ventina! Guardi solo quello che succede nel Ppe, dove gli italiani sono tra i gruppi nazionali piu' numerosi ma contano poco perche' sono sparpagliati in almeno 6 partiti".

Quindi lei vorrebbe uno sbarramento?

"Io sono per l'uninominale secco, alle elezioni europee come a quelle nazionali: il Paese ha bisogno di una drastica dieta di partiti. Comunque anche le diverse proposte di sbarramento potrebbero migliorare la situazione. So che dicendo queste cose, come radicale, mi do la zappa sui piedi. Ma non importa".

E allora parliamo finalmente dei "sindaci da esportazione". Anche lei e' per l'incompatibilita'?

"In cinque Paesi europei esiste una legge che sancisce l'incompatibilita' tra deputato europeo e deputato nazionale. In altri sei il doppio incarico non e' consentito per prassi consolidata. In Gran Bretagna e' previsto solo per l'Irlanda del Nord. In Francia si sta varando una legge che vieta il cumulo dei mandati. Solo Italia e Danimarca non hanno limitazioni di sorta. Stesso discorso per i sindaci. Il doppio incarico e' vietato per legge in tre Paesi, per consuetudine in altri dieci. Restano la Francia e l'Italia. Ma in Francia, dove si sta varando la legge, il doppio mandato e' consentito per antica tradizione anche al Parlamento nazionale, mentre da noi e' vietato. La specialita' dei sindaci da esportazione e' tutta italiana".

Massimo Cacciari su Repubblica dice che vietare adesso il doppio mandato ai sindaci sarebbe "giusto e vergognoso insieme". Lei si sente giusta o svergognata?

"Vorrei ricordare che nel '94, a due mesi dal voto europeo, si e' fatta una riformina elettorale per consentire a Boselli e La Malfa di presentare le loro liste. Senza nessuna vergogna".

Anche Di Pietro dice che ci si doveva pensare prima...

"Ma la riforma in questo senso della legge elettorale per le europee, relatore Pistelli, si trascina da un anno in Parlamento, bloccata da un gioco di veti incrociati. Se Di Pietro non se ne e' accorto, mi dispiace. Ma insomma...".

Non crede che, escludendo sindaci e deputati, si finirebbe per abbassare il livello della delegazione italiana al Parlamento europeo?

"Non vedo come mandarci della gente che poi non ci andra', possa alzare il livello".

Ma i tempi per cambiare la legge non sono ormai troppo stretti?

"La leggina sul finanziamento ai partiti l'hanno fatta in una notte. Certo, se non c'e' la volonta' politica di farlo, e nel Palazzo non c'e', ci puoi mettere anche dieci anni".

E secondo lei perche' non c'e' questa volonta'?

"Perche' temo che le elezioni europee, come quelle per il Quirinale, diventino due momenti chiave per rafforzare il regime partitocratico. Anzi, per rafforzare questa strana partitocrazia senza partiti. Almeno prima i partiti tradizionali dovevano cercare il consenso della base, quando c'era una base. Adesso invece i partiti nascono per partenogenesi dei gruppi parlamentari, che e' anche peggio".

Parliamo di Quirinale e dei comitati "Bonino for president". Che cos'e': la solita sindrome di Davide e Golia?

"Non so. Posso dirle che mi lusinga, mi fa piacere. Credo che quei comitati esprimano molte cose, che sta ai politologi decifrare".

Pensa che Davide abbia qualche possibilita' di farcela?

"Non credo. Ma come diceva Kovalev, sono contenta di aver fatto molte battaglie che avevano un valore in se', anche se le ho perse tutte".

Perdera' anche questa battaglia sulla legge elettorale per le europee?

"Io ci credo, in questa battaglia. Non e' contro nessuno, ma per qualcosa. Non so se la perderemo. Non e' detto. E poi, se non si fa cosi', faremmo solo le battaglie che sappiamo di vincere. Questa e' la grande lezione di Pannella".

 
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