Condivido Grippo. Non vedo tutta quest'ansia verso società e individui più responsabili. Piuttosto si percepisce una nausea verso un andazzo, che non affrontando i problemi in modo radicale, li perpetua con soluzioni palliative. Si vendono pochi giornali? Allora apriamo qualche punto vendita. Gli atipici (e non solo) non avranno pensione? Facciamogli pagare il 10%, poi aumentiamo l'aliquota. I morti del sabato sera? Chiudiamo le discoteche un'ora o due prima, non definitivamente, che se non altro avrebbe una sua coerenza, del c........, ma l'avrebbe. Si muore di cancro ai polmoni? Chiudiamo i distributori automatici, affinché questi ragazzini non possano rovinarsi l'apparato respiratorio. Sottolineo che a 14 anni il ragazzino si fa tranquillamente le canne, che sono altrettanto proibite.
Dicevo che non c'è un'ansia verso l'auto responsabilizzazione, ma una nausea.
Purtroppo la nausea non illumina le menti, per cui si traggono conclusioni nell'ambito di un conosciuto (l'unico) sistema di possibili soluzioni. E su questo sistema che bisogna agire, disfacendolo per farlo diventare un sistema aperto e dinamico. E questo il regime, a mio avviso, che non è fatto solo da burocrati, corporativi, partitocratici e anti liberisti preconcetti, ma, anche, da tantissimi nauseati, che continuano a individuare soluzioni e rimedi che perpetuano l'andazzo.
Ha anche ragione Landi quando dice che se in questo paese se non esiste un partito liberale, qualche colpa è da attribuire anche a coloro che tali si definiscono. (Ovviamente non mi riferisco al pentapartitico Partito liberale di "Altissimo" memoria).
Io mi definirei un liberale di sinistra. Purtroppo, nel dibattito politico italiano, liberale è destra, dimenticando che, prima dell'avvento del marxismo, erano proprio i liberali inglesi ad opporsi ai tories. Di chi è la colpa di questo equivoco? Dei liberali o del "regime catto comunista"? boh!!!!