Credo di fare cosa utile a tutti replicare in questa conferenza il seguente testo di Marco Nardinocchi < m_nardinocchi@yahoo.com >, tratto dalla mailing list "Radicali", che risponde ad alcune obiezioni sul referendum sulla quota proporzionale.
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Ho letto con interesse un paio di interventi sul referendum a cui
vorrei rispondere.
Quanto al referendum sul doppio turno nei comuni e' utile ricordare che
si deve attendere un altro anno ancora per l'eventuale deposito e due
anni per il voto, arriveremmo quindi al 2001. Cio' premesso, la cosa mi
troverebbe abbastanza d'accordo.
Veniamo ora al referendum anti-proporzionale ideato da Emilio Colombo
e da me.
Innanzitutto vorrei sgombrare il campo dalla faziosa e ormai risibile
argomentazione anti-referendaria, per la quale la consultazione
popolare e' troppo costosa (cfr. ad esempio Berlusconi) e percio' da
evitare.
Punto primo, a me pare che la democrazia non abbia prezzo!! Seguendo
quel tipo di ragionamento si dovrebbe concludere, infatti, che una
monarchia assoluta e' migliore di una democrazia parlamentare, perche',
non prevedendo elezioni, consente cospicui risparmi alla comunita'!!!
In secondo luogo basterebbe introdurre il voto elettronico per
abbattere drasticamente i costi delle consultazioni elettorali e
referendarie.
Venendo poi al merito del referendum, vorrei chiarire, spero una volta
per tutte, che con il sistema di risulta non sara' piu' possibile
mantenere un identita' distinta per ogni partito della coalizione. Ogni
coalizione, quindi, avra' un solo volto davanti agli elettori ed un
unica fonte di consenso. Chiunque decidesse di distaccarsi dalla
coalizione di provenienza lo farebbe a proprio rischio e pericolo,
andando incontro a quasi certa estinzione. Ecco perche' i
rappresentanti non saranno piu' i partiti, ma i parlamentari, e per
essi (a diffrenza dei partiti) varra' finalmente quella accountability
(responsabilita') che solo i sistemi compiutamente maggioritari possono
assicurare.
Citare il referendum del '93 significa non fare giustizia alla verita'.
Innanzitutto quel voto popolare "introduceva" il maggioritario per il
75% dei senatori lasciando il sistema di recupero degli altri immutato
(per gruppi di candidati). La Mattarella, invece, stravolgendo quella
interpretazione, manteneva la scheda proporzionale col preciso intento
di inquinare tutto il sistema.
La scheda proporzionale ottiene infatti l'effetto di contare i partiti
all'interno delle coalizioni, e di conferire loro un elettorato
proprio. Tale semplice fatto implica che ciascuno partito possa
contrattare la propria posizione, prima, durante e dopo la formazione
dei governi. E lo puo' fare perche' l'eventuale minaccia di abbandono
della coalizione e'credibile, protetta com'e' dall'ombrello della quota
proporzionale. Col sistema post refendario, invece, una minaccia di
quel tipo sarebbe non credibile e quindi inefficace.
Nota di chiusura: il problema non e' mai stato per i liberali ottenere
un sistema istituzionale che garantisca la massima rappresentanza di
liberali (sarebbe questa una interpretazione assai poco "liberale"),
ma semmai di avere un sistema che consenta agli elettori di decidere
chi li governa e di mandarli a casa a fine mandato se questi anno
governato male.
Segnalo a chiunque volesse approfondire queste questioni il sito
internet del COM.DI.R.EL.
www.geocities.com/CapitolHill/Lobby/3958
Marco Nardinocchi
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