Nella lettera di convocazione dell'assemblea di marzo si legge che "siamo disposti a riconvertire le energie e le risorse della 'area radicale' " per impegnarci nella rivoluzione liberale. Cosa significa esattamente e da quando inizierebbe questa riconversione? Riconvertiamo e poi spediamo ben sei persone all'Aja a presentare le firme su Milosevic? Per carita' nulla di personale, son tutti amici, ma a meno di un preciso obiettivo politico che pero' mi sfugge, questo e' spreco di quattrini.

Sollevo il problema proprio in vista dell'assemblea. Se infatti vogliamo coinvolgere i piccoli imprenditori, e parlo come una dei sette milioni di partite Iva, dovremmo, credo, accogliere il loro punto di vista, che e' quello dell'utile, del profitto, attuato con un'estrema attenzione all'ottimizzazione delle spese, a non buttar via soldi, insomma.

Il piccolo imprenditore vive con margini esigui composti di entrate ed uscite in nero e di "abbassare al minimo i riscaldamenti se non c'e' gente" pure con 10 sottozero. Se si vuol conquistare la fiducia di questo ceto dovremmo, credo, fare uno sforzo in questa direzione. Nessun imprenditore si fiderebbe di una forza politica che getta via chili di prestampati per la raccolta delle firme referendarie e spedisce gente per il mondo in numero forse eccessivo. Nessun imprenditore sarebbe disposto a dichiarare pubblicamente che e' costretto a lavorare in nero per poter avere degli utili, col rischio di ritrovarsi la Finanza in casa o a frugare nel proprio conto corrente, se non avesse la certezza di essersi affidata ad un gruppo politico che ne comprende la mentalita', evitando esso stesso gli sprechi, e che gli possa garantire una ragionevole previsione di vittoria finale.