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Conferenza Rivoluzione liberale
Grippo Antonio - 3 febbraio 1999
Ragionare settario

Scritto il giorno 3-Feb-99 da G.Dellalba:

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Dopo aver letto con estrema attenzione l'intervento di Giorgio Inzani sul proibizionismo come crimine contro l'umanita' e addirittura come crimine di genocidio , ribadisco per quanto mi

riguarda il mio totale, profondo dissenso da questa impostazione che non esito a definire dogmatica, integralista e in definitiva pericolosa. Mi pare un ragionare settario, cioe' proprio di una setta ideologica, non di un movimento politico...

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Questo intervento di Gianfranco dell'Alba (dalla conf. Partito Radicale), che condivido, mi pare di particolare importanza.

Sono parole chiarissime e non nuove per lui, ma estremamente rare nell'"area" radical-pannelliana.

Qualcun altro, forse, le pensa, ma non le dice.

Non conosco Inzani (se non come voce): per quanto mi riguarda si tratta di un problema assai piu' generale, che coinvolge non solo l'antiproibizionismo.

La battaglia radicale per la legalita' e per il diritto si trasforma troppo spesso in autoreferenzialita' che odora di sacro, e opinioni differenti dalla propria diventano troppo facilmente illegalita' o partitocrazia; oppure diventano cattocomunismo standard, senza guardare bene la "storia" dell'"accusato".

Mentre, magari, una dichiarazione favorevole a qualche istanza dell'area trasforma in un attimo i peggiori affossatori del diritto in amici del cuore.

In un ambito di scarsisima cultura liberale, e di illegalita' diffusa, e' difficile, certo, tenere ben distinta la lotta per la democrazia e per la legalita', da quella per l'affermazione delle proprie idee liberali/liberiste/libertarie, che non sono verita' assoluta, ma scelta personale e politica, di parte.

Eppure e' necessario sforzarsi di distinguere, e' pericoloso il contrario.

Spero che almeno l'intervento di un deputato europeo apra una discussione pubblica.

 
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