Sono uno dei dogmatici, integralisti e in definitiva pericolosi che ritengono
che il proibizionismo sulle droghe sia un crimine contro l'umanita'.
Al congresso di Parigi sono rimasto assai deluso dalla mediazione che ha
portato a definire il proibizionismo un "crimine contro la vita" (roba da
Carlo Casini). Ne ho anche scritto a suo tempo, e ricordo di aver suscitato un
certo consenso con il mio intervento al congresso del Cora a Bruxelles quando
ho definito "assassini" i responsabili della politica proibizionista.
Sono anche d'accordo con Borrelli sul fatto che questo sia un crimine di tutti
i proibizionismi, non solo di quello sulle droghe.
L'anno scorso abbiamo accettato quasi in silenzio di essere "cacciati" dal
parlamento europeo perché fautori di una politica per alcuni inaccettabile.
Bisogna pur dire, però, con chiarezza, da quale parte stanno i morti e i
disastri umani e sociali. Occorre pure parlar chiaro sulla schifosa politica
per la quale si fa fare una vita impossibile alle persone farmacodipendenti
per poi poter dire agli altri "vedete che vita impossibile fanno i tossici,
non cadeteci anche voi". E' pur necessario intervenire con durezza e affermare
una volta per tutte che le decisioni politiche e quindi i responsabili
politici non sono e non devono essere "immuni" da giudizi in senso tecnico, da
processi, oltre che dai giudizi morali e politici. Aveva o no ragione Pasolini
quando chiedeva un "processo al regime" e ai suoi esponenti? Non è la stessa
cosa che invochiamo inutilmente da anni? Altro che le cazzate di Craxi, nel
senso dei finanziamenti illeciti ai partiti. Il Craxi che va processato è
quello della reaganiana "lotta alla droga", e insieme a lui le Jervolino, i
Vassalli, i Giovanardi, i Gasparri.
Ho molto apprezzato l'impostazione di Inzani. Una analisi lucidissima che
tutti noi dogmatici e integralisti avevamo già sviluppato, anche se solo in
parte. Ora c'è uno strumento nuovo e affilato. Vediamo di usarlo bene, anche
di fronte alla corte penale internazionale permanente, speriamo operante in
tempi brevi. Certo una iniziativa non facile, ma non credo che questa nostra
impostazione farà perdere credibilità alla battaglia per la corte penale
internazionale. Dopo tutto il segretario in carica del PR ha detto a Parigi
che il partito radicale si impegnava a considerare l'antiproibizionismo una
priorità, ed è su quella base che il Cora ha deliberato di sciogliersi e di
confluire nel PR nel momento in cui questa assunzione di responsabilità fosse
formalizzata durante il congresso del PR (a proposito, a quando?). Priorità
non vuol dire "una delle tante iniziative", vuol dire la prima e più
importante iniziativa, e se questo avverrà forse vedremo il PR espulso a sua
volta dal parlamento europeo e forse dall'onu.
Siamo quindi di già all'essere sotto accusa, cosa paventata da Gianfranco,
come "amici di spacciatori" e stronzate del genere. Del resto proprio
Gianfranco come parlamentare europeo e neppure Hory hanno dato molti segni di
vita quando hanno espulso il Cora, o, perlomeno, i segni di vita non sono
arrivati fino a noi.
John
--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem