"... Massimo Brutti, sottosegretario alla Difesa, suggerisce comunque una strada per non allontanare i giovani dalle forze armate: degli incontri, magari anche di una settimana, come è previsto in Francia. Qualcosa, insomma, dice Brutti, <(dal sabato fascista alla settimana militarista, che "brutta" idea... e pure ipocrita!)"... Noi siamo per una professionalità dell'esercito, non per un esercito professionale... Tullio Grimaldi, capogruppo dei Comunisti italiani alla Camera.... In tutti i Paesi l'esercito è un esercito di popolo. D'altra parte un esercito di professionisti rimane pur sempre qualcosa di ... non dico inquietante, perchè in un Paese moderno non si può parlare di golpisti. Ma è sempre qualcosa che può turbare. Comunque la partecipazione dei giovani a un esercito ha qualcosa di utile: un tempo serviva a unire il Paese, a combattere l'analfabetismo. Certo, oggi le cose sono cambiate..."
(l'affermazione che "in tutti i Paesi l'esercito è un esercito di popolo" è falsa; quella che "in un Paese moderno non si può parlare di golpisti" è falsamente conformista...).
Infine, Mauro Paissan dei Verdi se l'è cavata in modo tanto sbrigativo che paternalista: "La riforma della leva è una presa in giro dei ragazzi".