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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 12 febbraio 1999
DA "LIBERAL" DEL 18/02/99 - PAG. 36

RADICALI. Pannella resta alla finestra. E i suoi lanciano in pista la Bonino

La carica dei Mille. Meno uno

Senza Pannella? Una sfida impossibile, a prima vista. Eppure è questa la scommessa di chi continua a fare politica nella sede storica dei radicali, in quel di Torre Argentina, a Roma. Da un anno Marco Pannella è praticamente assente a causa delle operazioni alle quali ha dovuto sottoporsi (gli sono stati messi quattro by-pass, situazione poi aggravata dall'insorgere di un infezione) e di una precisa scelta politica: "Se non si creano le condizioni del collegamento tra la rivolta sociale del nuovo "Terzo Stato" e una struttura in grado di assicurarne l'espressione e la guida politica", ha detto Pannella in una intervista a Ideazione, "non comprendo a cosa il mio rientro in politica possa servire". Da diversi mesi le sue condizioni di salute sono buone, ma non intende riprendere l'attività politica a tempo pieno con i compagni di sempre. Certo non è uscito di scena, le sue sortite sono sporadiche. Hanno fatto discutere, per esempio, le sue "scuse" a Giovanni Leone, la richiesta di concedere gli arresti domicil

iari per Licio Gelli, l'invito a Emanuele Filiberto di recarsi in Italia sfidando il divieto costituzionale. Da ultimo si è scagliato contro l'attivismo del suo "figlioccio" Francesco Rutelli, contro il quale ha lanciato la proposta di una raccolta di firme che induca il sindaco a scegliere fra Roma e Bruxelles.

Pannella, dunque, per adesso non torna. E la sua assenza si avverte in particolare tra chi ha vissuto con lui gomito a gomito in questi anni. Come Sergio Stanzani, già dirigente di Finmeccanica, segretario radicale ed ex parlamentare; Paolo Vigevano, l'editore di Radio Radicale, Danilo Quinto, tesoriere del partito, Rita Bernardini e Roberto Cicciomessere, manager di Agorà telematica, uno dei principali provider del Paese. Tutti insieme, per mesi, si sono chiesti: "Ora che facciamo senza Marco?". Si è così elaborata la teoria del "cerino acceso": andiamo avanti finchè non torna Marco. Ma Pannella non torna e le dita cominciano a bruciare.

Così questo gruppo politico ha deciso, per la prima volta in vent'anni, di prendere nelle proprie mani il suo destino. In sessanta, alcuni giorni fa, si sono riuniti con Emma Bonino e hanno deciso di formare un comitato per l'Assemblea dei Mille per la rivoluzione liberale e gli Stati Uniti d'Europa. L'obiettivo è quello di riunire mille persone all'hotel Ergife a Roma dal 5 al 7 marzo. Traguardo ambizioso se si considera che anche nei momenti migliori il Partito radicale registrava alle sue assise 7-800 presenti. A Torre Argentina il call center del partito ha dato il via alla mobilitazione (i mille preannunci devono arrivare entro il 20 febbraio) e la grancassa di Radio radicale fa da supporto notte e giorno, intervallando le dirette parlamentari con frequenti chiamate alle armi.

Stella della nuova fase post-panneliana è il 26enne bocconiano Marco Cappato, indicato come coordinatore del comitato per i Mille. Dopo essersi fatto le ossa nella sede newyorkese del Pr, Cappato di fatto tiene ora le redini della piccola pattuglia radicale: "Noi ci proviamo, perché c'è un estremo bisogno di proposte e soluzioni radicali ai problemi del Paese. Sulla riforma delle istituzioni, per esempio - per il presidenzialismo americano, l'uninominale secco - gli italiani sono con noi contro gli interessi di bottega dei partiti. C'è la nostra battaglia antiproibizionista sulla droga. E poi c'è tutto il nostro patrimonio di battaglie antipartitocratiche, antiburocratiche, contro la sindacatocrazia che soffoca il mercato del lavoro".

Il target a cui rivolgersi i radicali lo hanno individuato da tempo. Sono i piccoli e medi imprenditori, i milioni di "partite Iva" inferociti contro la burocrazia, i sindacati, lo statalismo. "Ci abbiamo provato in molti modi", spiega Benedetto Della Vedova, l'esperto economico, "a convincere gli imprenditori a darci una mano. Con la Confindustria abbiamo parlato di referendum in favore delle libertà economiche. Ci hanno ascoltato ma non sostenuto e ora se ne pentono".

Su tutto (anche su Cappato), vigila comunque la Bonino, impegnata personalmente per il successo dell'Assemblea di marzo. Intanto si gode la fiammata di popolarità riattizzata in suo favore dal comitato "Bonino for President". E poi ci sono le europee. Tutti parlano di Prodi, ma con la Bonino in campo i conti sarebbero tutti da rifare. Anche perché c'è chi assicura che Mariotto Segni - che ha incontrato di recente la commissaria UE - sia molto interessato alla nuova creatura radicale.

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