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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 14 febbraio 1999
PIGNORAMENTO DEL QUINTO DELLO STIPENDIO.

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

E' COME I LAVORI FORZATI: LAVORARE A REMUNERAZIONE RIDOTTA PER ESPIARE UNA PENA .. IN QUESTO CASO UN DEBITO.

Firenze, 14 Febbraio 1999. La Commissione Finanze propone che i datori di lavoro, in quanto sostituti d'imposta, facciano da tramite per la riscossione coattiva di un quinto dello stipendio di quei loro dipendenti che hanno debiti verso lo Stato.

Eravamo gia' intervenuti nei giorni scorsi sulla materia, prima che la Commissione licenziasse come suo il parere dell'on. Alessandro Repetto, e avevamo stigmatizzato sulla concezione giuridica che sta alla base di questo proposta, definendola -come si diceva fino a qualche anno fa- "bulgara". Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito. E lo ribadiamo, con estrema preoccupazione per utenti, risparmiatori e imprenditori. Lo Stato, incapace di riscuotere i suoi debiti, praticamente obbliga il datore di lavoro a farlo in sua vece. Nel parere dell'on.Repetto non e' prevista l'obbligatorieta' della mediazione del datore di lavoro, ma, siccome non viviamo nel Paese dei balocchi, non facciamo torto ad alcuna logica se azzardiamo l'ipotesi di un Fisco vendicativo verso chi non l'aiuta nei suoi metodi bruschi e coercitivi. E se qualcuno azzarda che "l'onesto imprenditore non ha nulla da temere dal Fisco", lo sfidiamo a trovarci un'azienda italiana -in buona o cattiva fede poco importa- che, dopo un'i

ndagine fiscale non si becchi, come minimo, un multone milionario.

Non solo, ma cio' che piu' preoccupa e' la considerazione che il Fisco ha del contribuente: un suddito incapace di gestire i propri soldi e i propri debiti. Ci rendiamo conto che se il Fisco deve avere dei soldi, da qualche parte dovra' pur prenderli, ma -proprio perche' e' il Fisco e non lo sceriffo di Nottingham- dovrebbe esigerli rifacendosi sul patrimonio del debitore e non sui suoi proventi da lavoro, levandoli, addirittura alla fonte; privandolo, quindi, della base del suo sostentamento. Il passo verso una similitudine giuridica con i lavori forzati, e' molto vicino: LAVORARE A REMUNERAZIONE RIDOTTA PER ESPIARE UNA PENA .. IN QUESTO CASO UN DEBITO.

L'abolizione del sostituto d'imposta semplificherebbe la vita a molte persone facendo anche prendere coscienza ad ogni lavoratore dipendente di quello che realmente guadagna. Ma ci rendiamo conto che chiedere a questo Stato una cosa del genere e' da marziani, per questo, per il momento, ci limiteremo a far pervenire queste nostre riflessioni a tutti coloro che poi, con il voto, potrebbero determinare la nascita dei lavori forzati.

 
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