1. la vicenda telecom infatti non mi pare che possa portare un qualche contributo per una strategia referendaria, a meno che non si voglia sottoporre agli italiani la legge Draghi (quella delle Opa)......avrei però qualche dubbio che più del 10 per cento degli italiani stessi andrebbero a votare su tale argomento.....
2. la vicenda telecom é invece altamente istruttiva da altri punti di vista, per esempio quello dell'analisi del "regime" (o anche quello della "lotta ai monopoli").
Lo scontro intorno a telecom conferma che il "regime" è estremamente diviso come mai. I poteri economici e finanziari non sono mai stati così influenti in campo politico: i loro media, i loro giornali, le loro televisioni determinano ben più dei vecchi e ormai scheletrici apparati di partito o di corrente, gli equlibri politici e le decisioni pubbliche. Nonostante questo o proprio per quesot mai i poteri economici, finanziari, affaristici, imprenditoriali sono stati così deboli ed esposti alla "colonizzazione" straniera e così divisi e conflittuali. In realtà dopo la crisi e la transizione della "prima repubblica" e del sistema politico dominato dall'asse dc-psi e dalla consociazione dc-pci, stiamo ora assistendo alla crisi del "vecchio" capitalismo oligarchico italiano. E alla rottura storica dell'asse ivi dominante, mediobanca e agnelli. Nello scontro telecom da un lato ci sono i poteri legati alla famiglia agnelli, in particolare al clan vicente quello di umberto agnelli, quindi i bernabè, l'imi san paolo
, la confindustria e i loro referenti europei, credit swiss e lazard (ex grandi alleati di mediobanca); dall'altro lato c'è una cordata di imprenditori del nord, apparentemente, ma in realtà ci troviamo mediobanca, comit, le generali, la fondaria, cesare romiti e cesare geronzi, con a fianco grandi gruppi finanziari globali, la chase manhattan corp. ovvero il ramo nobile dei rockfeller (ex alleati degli agnelli) e la lehman, centro della alta finanza ebraica internazionale (da sempre vicinissimi all'ing. carlo de benedetti).
Certamente sul fronte della scalata colanninno (olivetti-mediobanca) vi sono cose altamente discutibili (le modalità di preparazione della scalata, l'autoscalata che colannino fece poche settimane or sono in olivetti, i collegamenti fra membri consob e cordata olivetti), ma un dato mi pare indispensabile acquisire: il compattamento di un vasto fronte di interessi (di "regime"), sindacati, giornali e televisioni del gruppo agnelli e dell'area ulivista, piccoli azionisti organizzati, sinistra "comunista", la potentissima lobby del dottor draghi (il tesoro) a fianco della Famiglia Regnante, ovviamente quella torinese. Il "regime" o meglio la fazione dominante del "regime", la coalizione di poteri più potenti, più influenti, più organizzati storicamente e politicamente si é ritrovata schierata a fianco di umberto agnelli (colui che solo pochi anni or sono sta per portare al totale fallimento la fiat...) e del suo network di potere.
Dunque da un lato si può e si dovrebbe riconoscere dove sta in questa partita il "regime" o meglio la coalizione di poteri più pericolosa. Dall'altro lato si dovrebbe comprendere come il "regime" sia tuttaltro che stabilizzato nei suoi equilibri di fondo. E' invece attraversato da fratture, contraddizione, conflitti non più mediati nè mediabili semplicemente con il bilancio statale o con l'unità anticomunista o antifascista (a seconda dei casi). E il ruolo della "politica" é sempre più limitato. Questa é un'altra grande contraddizione che prima o poi scoppierà: da un lato il sistema economico richiede una politica forte e "nobile" (tanto più ora che siano, per fortuna, nell'Euro); dall'altro lato i processi sociali attuali stanno massacrando proprio il ruolo, la funzione, la stessa identità della politica.
Come é possibile inserire dei cunei, come é possibile far emergere delle contraddizioni positive in queste fratture? Questo mi pare dovrebbe essere lo spunto serio, il vero grande problema cui rispondere.
Un'ultima annotazione: l'intellettuale organico bandinelli ritiene che la golden share sia ormai un referendum annacquato (a parte la sintassi che evidentemente é un'optional) mi pare che invece sarebbe il caso proprio per le spinte di bruxelles e dell'antitrust di insistere in questa giusta battaglia. Tanto per fare politica.