- Sono andato a ritirare una raccomandata con l'avviso di rito trovando una lunghissima fila dove spazientiti istanti lamentavano dei tanti e sempre più intollerabili disservizi tra i quali appunto il fatto di trovarsi in casa nel momento del passaggio del postino.Ad una anziana signora negano il diritto di entrare in possesso della propria raccomandata in quanto sprovvista delle 300 lire di "diritto di giacenza" da pagare al momento del rirtiro.
Quando finalmente arriva il mio turno mi oppongo al pagamento del "diritto di giacenza" pretendendo di avere la mia posta in quanto il diritto costituzionale sulla posta personale è prevalente alla normativa interna che regolamenta l'iniqua tassetta.
Mi si oppone un risoluto ed arrogante rifiuto costringendomi a richiedere l'intervento della Polizia la quale, intervenuta, dopo aver esperito il rilievo dei miei dati personali e ascoltato le ragioni mie e della direzione, mi invita ad uscire dall'ufficio postale ed a rinunciare alla pretesa ad avere la mia posta.
Torno ad invitare l'ufficiale intervenuto affinché facesse rispettare il mio diritto prevalente e sacrosanto ma questi, innervosito e chissà perché, mi intima di uscire pena l'articolo 650 di non so' cosa.
Sto praticamente per essere arrestato. Lo invito ancora a interpellare un suo superiore in quanto è ora lui, tutore della legge, a omettere quanto è invece in suo dovere di fare. Lo zelante ufficiale non sente ragioni e mi ribadisce la minaccia ai sensi dell'articolo sopra citato. A questo punto mi siedo per terra opponendomi fermamente ad abbandonare l'ufficio postale senza la mia posta dopo un'ora di fila.
A questo punto l'ufficiale di Polizia si decide a chiedere altro intervento.
Piovono sei macchine di pronto intervento e dopo discussione rinuncio, con l'assicurazione che in presenza di tante verbalizzazioni dell'accaduto ci sarebbero state buone probabilità di procedimento d'ufficio e che in ogni caso io avrei potuto con comodo procedere alla formale denuncia del caso.
Conclusione: io non ho avuto la mia raccomandata che lì è rimasta insieme all'avviso consegnato per il ritiro; per la sindacatocrazia impiegata nell'Ente Posta e nelle Forze dell'Ordine io sono un misero rompicoglioni che per 300 lire fa tutto sto casino; per tutta la gente utente, pronta a sollevarsi, che era presente ed ha assistito all'arroganza dei poteri comprendendo i motivi di principio, si è trattato di una ulteriore riprova della cultura di regime dominante che vuole sudditi e non persone responsabili titolari di diritti.
Credo che l'azione vada ripetuta con registratore, telecamera ed articolo del Diritto costituzionale che richiama l'inviolabilità della posta personale.
Donvito e l'Aduc cosa ne pensano?