Non riesco a vedere nulla di concreto, di immediato, di quotidianamente raggiungibile nella politica radicale, palleniana, o forse pallenista e boninista. In momenti, ma non ci prendiamo in giro, in anni come questi che hanno segnato il declino dell'intero movimento in termini di consenso, successo ed efficacia, due dovrebbero essere gli strumenti per tornare a vivere: il dubbio verso l'esterno; e la messa in discussione di tutto cio' che e' interno. Trovo tutto cosi' confuso, grottesco e scoordinato nelle mosse dei radicali. E invece i toni usati in primo luogo dai partecipanti all'assemblea sono di chi vuole ostentare testardaggine e sicurezza pur nella disperazione.
Insomma mi domandavo:
1) Che senso ha la raccolta di firme per Bonino? Da chi a cosa va? Ci potra' mai essere una derivazione diretta da anche un possibile successo nella raccolta? E questo successo in quante firme va quantificato? E perche', chi lo decide?
2) Io penso che una qualsiasi raccolta di firme, specie se informale, debba servire da puntello, da testimonianza se volete, ad una linea politica concreta, attuale. E in questo caso? Non coincide la raccolta di firme con la (pretesa) azione politica?
3) Se riconosciamo una validita' formale, energica almeno, ad una raccolta di firme, su una cosuccia da niente poi come la presidenza della repubblica, chi potrebbe fare "buh!" davanti a una raccolta da parte di AN, o dei DS?