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Partito Radicale Rinascimento - 9 marzo 1999
LETTERA DI MARCO PANNELLA AL DIRETTORE DE "IL GIORNALE", MAURIZIO BELPIETRO, IN RELAZIONE ALL'ARTICOLO DI MARCO VENTURA PUBBLICATO OGGI, 9 MARZO SU "IL GIORNALE", PAG. 9

Roma, 9 marzo 1999

Signor Direttore,

in relazione a titolo e contenuto del servizio di Marco Ventura a pagina 9 le chiedo formalmente di voler informare i suoi lettori che:

il nostro neo-coordinatore Marco Cappato non ha mai "bollato" come "cazzate" quelle scritte da Massimo Teodori sul Foglio. Ma lo ha fatto il Segretario del Partito Radicale, deputato europeo Olivier Dupuis che più di dieci anni fa, già da tempo esponente e militante radicale, s'è fatto un anno di carcere quale "affermatore di coscienza" in Belgio, contro il servizio militare nazionale. Dunque i "cosiddetti (da Ventura) talebani di Torre Argentina" non c'entrano.

Giovanni Negri aveva chiesto di parlare all'Assemblea a nome del "Osservatorio Laico sul Giubileo" non del Comitato Emma for President, il che gli sarebbe stato subito consentito, poiché quel comitato e la LIFE erano le due sole organizzazioni invitate a parlare all'Assemblea. Negri ha poi parlato, comunque. E non per sue minacce o ricatti.

L'eventualità di formare liste con Mario Segni è "tentativo" (cito) che non è mai stato fatto, proposto, discusso, sostenuto, ipotizzato a nessun livello radicale, comunque mai a mia conoscenza e mai da parte di Emma Bonino; si sono semmai interpretate anche in questa direzione alcune richieste e sollecitazioni di incontri e in incontri da parte di Mario Segni, e calcoli possibili e comprensibili di "ex" miei, non radicali.

"L'odio" nei confronti di Berlusconi e "dei propri figli" (che non ho) è affermazione di Ventura, non m'appartiene. A mala pena riesco a concepire ira nei confronti di certo "giornalismo" italiano. Nei confronti di Berlusconi, poi, o - che so io? - di Giovanni Negri o, di Francesco Rutelli, o di Marco Taradash il mio "odio" non è che mero prodotto della testa e della penna di Ventura. Al contrario quel che prevale, pur nelle diverse scelte e polemiche politiche, il sentimento è quello dell'affetto. Sicché quell' "odio" attribuitomi come scontato, come un fatto, per economia di tesi e di articolo e di mistificazioni è lesivo della mia immagine e della mia identità oltre che di quella professionale del giornalista; ma questo è affar suo.

Gabbellare, contrabbandare, legittime supposizioni o idee "private" quali informazioni, quale esercizio della funzione e del diritto di cronaca è vile moneta corrente. Per tradizione, ad esempio, nel giornalista Caporale di "Repubblica"; e rarissimamente, fin qui, per il vostro Ventura, "vostro" collaboratore prezioso da anni e anni di Radio Radicale". Sugli asseriti "riferiti" dissensi fra Emma Bonino e me in tema di Quirinale e di elezioni, bastava (e la correttezza professionale esigeva) che ci si interpellasse, dando poi il valore liberamente assegnato alle nostre risposte. Per mio conto gli avrei risposto: "caro Marco, sono le solite cazzate". Ed è quanto, a posteriori, affermo per i lettori del "Giornale"; da persona seria; oltre che da vecchio talebano notoriamente sono.

Cordiali saluti,

Marco Pannella

 
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