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Conferenza Rivoluzione liberale
Grippo Antonio - 11 marzo 1999
Cosa manca

Insomma. L'attuale dirigenza decide di riconvertire i beni, secondo una vecchia idea di Pannella. Lo comunica, senza specificare il percorso di riconversione.

Vengono anche comunicati l'accettazione della candidatura di Emma Bonino (con quello che ne consegue) e la volonta' di avviare un'ennesima mega-campagna referendaria.

Poi ci sono i "militanti" ed i simpatizzanti, vecchi, recenti, nuovi, quelli che hanno voglia di "rivoluzione": venuti a conoscenza delle decisioni nel corso dell'assemblea.

Le loro opinioni sono varie; abbondano, parallele agli entusiasmi, confusione e perplessita'. Alcuni sono soddisfatti, altri perplessi o critici. C'e' chi crede nell'avventura referendaria e chi ne e' terrorizzato; c'e' chi vorrebbe competere alle elezioni vicine e lontane per lottare nelle istituzioni, chi chiede si faccia il possibile per costruire alleanze, chi auspica un soggetto politico organizzato italiano. C'e' chi pensa si debbano per forza affrontare cento battaglie insieme, e chi ritiene sia utile concentrarsi su pochi ed omogenei argomenti, tralasciandone altri.

Ho sentito persone sconsolate per l'ennesima campagna solitaria, qualcuno dei vecchi giura che non raccogliera' firme, questa volta. Qualcuno l'ha detto, intervenendo, qualcun altro no.

E cosi' via.

Non c'e' un luogo di confronto, un legame, fra la volonta' della dirigenza di via di Torre Argentina ed i pensieri non omogenei del potenziale popolo "liberalradicale"; non c'e', usando il termine di Nibbi, la possibilita' (o la volonta') di un minimo contratto politico fra persone che dovrebbero condurre lo stesso assalto. Non c'e' (o perlomeno non c'e' come prima) Pannella, spesso contratto vivente.

Non e' stato luogo di confronto l'assemblea, non doveva ne' poteva esserlo. Si tratta di vedere se si riuscira' a combattere efficacemente non riconoscendo la necessita' di questo legame.

A meno che non si ritenga necessario e sufficiente solo il consenso del "popolo" che si riconosce, di volta in volta, nelle decisioni prese in sede e comunicate, e lo dimostra partecipando alle iniziative che scaturiscono da quelle decisioni.

 
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