CIAMPI UBBIDIRA' TACENDO ANCHE COME PRESIDENTE?
Roma, 14 marzo 1999
"Ciampi accetta la candidatura a Presidente della Repubblica italiana, per il periodo che va dal 1999 al 2006? Gli è stata ufficialmente offerta da Veltroni, da Manconi, da altri. Sulla sua candidatura si formeranno, com'è sano e democratico, degli schieramenti e delle strategie, si confronteranno le varie forze dell'oligarchia dominate.
E' quindi doveroso e opportuno che Ciampi faccia sapere se accetta quella candidatura, o no. Non basta dire e dirci che chi tace acconsente. Come i carabinieri dell'Arma, molti "commis de l'Etat" sono usi obbedir tacendo; lo sanno tutti. Ciampi, lui, per primo, per decenni ha ubbidito e taciuto. Ha servito "lo Stato", il potere, senza profferir motto dinanzi alla corruzione partitocratica del sistema creditizio, al formarsi dei due milioni di miliardi di debito pubblico, alla rapina di vita e di qualità della vita cinicamente effettuata a carico delle giovani generazioni, del futuro del paese, alla bancarotta fraudolenta dell'economia italiana. Proveniente dal sepolcro imbiancato che è stata la Banca d'Italia fino alla nomina dell'attuale suo Governatore a partire dalla fine della gestione Menichella, egli è stato un Presidente del Consiglio che, per il trimestre precedente le elezioni del 1994, ha governato forse più di ogni altro per conto terzi, la partitocrazia e la sindacatocrazia di "sinistra", senza r
emore e senza troppa dignità istituzionale. Oggi lo si candida e lo si sceglie perché egli non sarebbe altro che un presidente travicello subalterno agli interessi del potere, del regime. Da anni e anni, egli rassicura italiani e i mercati finanziari: la "concertazione" funziona, è necessaria. Tutto va bene, o quasi. Siamo - invece - gli ultimi, per produzione industriale, lavoro, disoccupazione, libertà e diritti economici, come mai per il passato; e sì che ne abbiamo visto delle brutte! Sugli effetti del sistema pensionistico italiano, cardine della sua intesa con la sinistra più conservatrice e faziosa, Ciampi è stato smentito dai fatti, o ci ha mentito.
E' il volto "buono" del regime; atto più di altri, "buono", più di altri, a servirlo; con lealtà e con qualche efficacia, con ingenuità calcolate, e nessuna innocenza.
I motivi della opposizione interna alla sua elezione non sono più nobili e validi di quelli che lo sostengono. Quanto a noi, che Ciampi serva ancora, fra i suoi ottanta e ottantasette anni, non ci sembra affatto necessario al popolo italiano, al sistema paese e, men che mai, alle riforme democratiche e liberali che urgono".