Quello che segue è un articolo di Lucia Annunziata pubblicato oggi su
"Io Donna" (pagina 26) supplemento del sabato al Corriere della Sera.
SCOMMETTIAMO ? AL QUIRINALE NON ABITERA' EMMA BONINO
Per la Presidenza della Repubblica si è candidata Emma Bonino, catalizzando
i consensi più disparati, ma soprattutto a sinistra. Eppure, rischia di fare
un vecchio gioco.
Emma bonino ha accettato di correre per la Presidenza della Repubblica e
intorno a lei si è creato subito un consenso con pochi paragoni nella
litigiosa politica italiana: la sinistra ha abbracciato la sua causa;
personalità del mondo della cultura, della politica, della professioni hanno
firmato per sostenerla. Anche la stampa le ha dedicato grande spazio.
Perchè sta suscitando tanti entusiasmi questa discesa in campo ?
Nessuno sembra essersi posto la domanda. Forse perchè, a cercare di
rispondervi, non tutto della nuova campagna presidenziale si rivela positivo
come appare. Questo successo personale della Bonino presso le forze politiche
di sinistra è il primo elemento da valutare con cautela. Il suo successo a
Bruxelles non è infatti dovuto al sostegno delle forze politiche del nostro
Paese al suo lavoro: la Bonino è stata una militante politica poco amata
dalla sinistra in passato, e alla Commissione europea fu indicata da
Berlusconi. La sua perfomance al Parlamento europeo è merito della sua
personale capacità. Lo stesso con le donne: la Bonino non è mai stata parte
del femminismo ortodosso. Il suo stesso slogan, "L'uomo giusto per il
Quirinale", risottolinea questa sorta di distanza.
L'entusiasmo che la circonda oggi, specie dentro la sinistra, appare sospetto.
E il sospetto è che l'appoggio alla Commissaria europea ha a che fare più con
la vera corsa al Quirinaele - quella di candidato ufficiale, uomo o donna che
sia- che con la sua causa radicale. La sua candidatura è un'arma perfetta da
giocare nel velenoso clima della battaglia per il Colle. Ma la Bonino non
vincerà mai, dunque è facile sostenerla. In compenso appoggiandola si ottiene
di scombinare i giochi in corso. Per esempio, il clima di consenso pubblico
per Emma serve a scardinare i candidati più tradizionali in corsa e a
preparare, in nome di nuove richieste del Paese (a cui però non si dà
soddisfazione con la riforma delle presidenziali), imprevedibili
candidature. E tutto questo è un gioco molto tradizionale, per niente nuovo.
La candidatura Bonino rischia di essere inglobata e fagocitata nel gioco
delle parti più conosciuto. Chissà se la nostra Commissaria ha coscienza di
questo apetto di "ricasco" della sua pur lodevolissima campagna.
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