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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Mauro - 31 marzo 1999
Testo inviato al Corriere Adriatico.

RIFLESSIONE

La situazione in Kossovo non si sta facendo sempre piu' grave ma lo era gia' prima. Emma Bonino e' partita. Antonio Russo, inviato di Radio Radicale, sta rischiando minuto dopo minuto la sua vita per aver scelto di essere l'unico testimone di una realta' vera. Egli non e' infatti testimone di una realta' costruita e falsificatoria come quella catto-comunista della quale e' piena la stampa e le televisioni italiane da giorni (e da anni). Il popolo italiano e' costretto a prendersi tutti i giorni il clistere sulle "posizioni" catto-pacifiste e clerico-comuniste e sulle manifestazioni d'accatto (quasi sempre finanziate con gita e panino) delle parrocchie e organizzazioni comuniste. I loro irresponsabili adepti "passano" dunque il loro tempo a giocare a "sassaiola" in giro per le strade delle citta' tentando di distorcere e di spostare l'attenzione sul dramma della popolazione massacrata in Kossovo. Loro, i manifestanti d'accatto, in quelle ore sono "contro la guerra" e poi poco piu' tardi, dopo lo spettacolo, f

anno ritorno ai loro "centri sociali" abusivi, sempre pagati dai loro capi di partito e di governo, a riubriacarsi di ideologia e di "argomenti" vari, contenti di essersi "accompagnati" tutto il giorno della loro tristezza di vita.

Non sono preoccupato di vederli come li vediamo spesso e da sempre.

Sono in crisi per quando sta avvenendo a due passi da me, quando dal porto della mia citta', Ancona, vedo un orizzonte cieco che non svela lampi di fuoco e non scopre fiumi di sangue umano provocati dai macellai nazi-comunisti (altro che vernici rosse su rametti di ulivo pasqual-prodiano), e quando coloro, i cosiddetti giovani alla moda, i discotecari, ecc, che dovrebbero urlare nelle piazze "Viva gli americani", difensori della democrazia e dei diritti civili nel mondo, non lo fanno e non si indignano per quello che vedono in televisione ma assistono come al telefilm sulla guerra di Lerner, Vespa e Santoro.

I pochi tavoli dei radicali sono presi di mira da questi manifestanti d'accatto sperando che essi facciano la stessa fine dei kossovari solo perche' "filo-americani". Nessuno in piazza quando venne Scalfaro ad Ancona, nessuno in piazza quando c'e' la guerra sotto casa. Tutti a guardare Beautiful, Frizzi e Romina e a pensare al proprio orticello. Ma non appena tra qualche giorno 1000 soldati italiani partiranno per andare a difendere le vittime del massacro, vedremo papi, preti, comunisti e genitori fare barricate e piangere terrorizzati perche' forse non potranno piu' rivedere il proprio figlio.

L'informazione italiana di fatto opera negando il diritto ai cittadini di difendere la loro vita e la vita delle popolazioni massacrate in Kossovo, facendo essa si' una politica pro-Milosevic, essendo complice e macellaia di verita e di giustizia al tempo stesso.

Non e' un caso che solo un uomo, un giornalista, un nostro compagno, abbia scelto il ruolo attivo di testimone della storia di una catastrofe e non quello di urlare come coloro che sotto i loro cortili fanno vedere che sono "vivi" di una tristezza sconfortante.

Ciao Antonio, ciao Emma, grazie ai soldati che stanno difendendo la democrazia e la liberta' e gli orticelli dei centri sociali abusivi degli italiani.

Ancor di piu' oggi diventa necessario essere in tanti all'assemblea di Monastier il 10 e 11 aprile perche' con Emma e con Marco sia possibile organizzare nel paese un movimento rivoluzionario americano e liberale.

Mauro Paolinelli.

Testo inviato al capo redattore del CORRIERE ADRIATICO, Roberto Sopranzi

 
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