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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 8 aprile 1999
DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA

PROCESSO ANDREOTTI. SUBITO REFERENDUM E CHIEDERSI PUBBLICAMENTE E RESPONSABILMENTE SE L'ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE NON VI SIA EFFETTIVAMENTE NELLA PROCURA E NEL "PARTITO DEI MAGISTRATI", E NON ALTROVE. SCANDALOSA LA VICENDA ANDREOTTI

Roma, 8 aprile 1999

"Avendo potuto ascoltare da Radio Radicale la requisitoria del P.M. al processo di Palermo contro Giulio Andreotti sono indignato, mi confesso furente, ma anche convintamente determinato a riproporre, immediatamente per intanto la richiesta di referendum sulla responsabilità civile dei magistrati, simbolo - da anni e sempre più - della pericolosa realtà sovversiva e anticostituzionale rappresentata dal partito dei giudici, che domina oltre tutto l'amministrazione e il corpo dei magistrati in Italia.

Dunque, Giulio Andreotti, per tre o quattro decenni mafioso organizzato di complemento, non ha commesso un solo reato, un solo crimine, un solo comportamento meritevole di una contravvenzione, e - di conseguenza - la Procura di Palermo pur in realtà di obbligatorietà della azione penale, nulla gli contesta. Nulla, tranne tutto. Tutto, cioè niente. Andreotti è responsabile di aver fatto precipitare nella "camera della morte la democrazia", della "discesa agli inferi della politica italiana". Ha anche la responsabilità il 3 settembre di aver fatto ammazzare "il Presidente Mattarella"; ma senza conseguenza penale. E, per il bacio e Riina, nemmeno una multa per atti osceni su maggiorenne consenziente.

Quel che ora si pone allo Stato di diritto che teoricamente esisterebbe in Italia, quel che si pone a cittadini semplicemente civili, è ben altro: se, a prescindere dalla follia inquisitoria, trentina e praghese, che si può sospettare aver preso corpo a Palermo e in tanta parte d'Italia, a prescindere dalle conseguenze che abbiamo dinanzi oggi, di nuovo, a partire da determinate imposizioni aberranti del diritto e del processo italiano, a prescindere, dunque, da tutto questo, non ci troviamo comunque dinanzi ad una vera propria associazione per delinquere volta a sovvertire l'ordinamento democratico e costituzionale, a fini di potere, di tutta o parte la Procura della Repubblica di Palermo e di quel "partito dei magistrati" che ha usato Tangentopoli a fini di regime".

 
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