Nella giornata in cui Blair afferma che difficilmente dopo quanto e' successo il Kosovo potra' restare jugoslavo, e che Milosevic dovra' rispondere dei suoi crimini (di questo che pensera' Max?), il tripolino Dini cerca l'ennesimo spiraglio, perche', racconta, la pace deve essere fatta con Milosevic, e deve essere negoziata, non gli puo' essere imposta con la guerra.
Dopo lo stupore per l'insperata tenuta di D'Alema, bisognera' pur cominciare a chiedere a lui ed al governo (con una manifestazione?) che la smettano di indebolire drammaticamente le possibilita' di successo della Nato restando sempre al limite di essa, sempre sul filo della dissociazione, alla costante ricerca dell'eterno compromesso da avanspettacolo.
Bisognera' anche cominciare a dire chiaramente che "corridoio umanitario per riportare i kosovari a casa loro in piena sicurezza", oggi - dopo i massacri, le distruzioni, le torture, gli stupri, le deportazioni di massa, dopo 10 anni di tragedie - non puo' che significare la sconfitta piena di Milosevic, e, probabilmente, un Kosovo in tutto o in parte indipendente, alla faccia delle raffinate previsioni sui pericoli legati a tale eventualita'.
Bisognera' chiedere al presidente del consiglio che si dissoci urgentemente e totalmente non dalla Nato, ma dai pacifisti, dai comunisti, da verdi, da certi cattolici, da Dini, dalle vetuste ideologie, e che rischi il posto.
Difficile che voglia farlo, ma bisognera' pure che qualcuno glielo chieda.