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Conferenza Rivoluzione liberale
Grippo Antonio - 21 aprile 1999
Referendum 2: il silenzio

Dopo i dubbi, fin troppo facili, sulle (scarsissime) possibilita' di successo della nuova campagna referendaria, tento di darmi una risposta, almeno per un aspetto, sulla sua utilita' - o sulla sua necessita' - come testimonianza politica (mi si passi, per semplicita', il termine).

Stanno calando il sipario - the final curtain, canterebbe Sinatra... - sullo strumento referendum, forse ancor piu' certi "referendari" degli ultimi mesi che altri; alcuni, i soliti, persino in perfetta antidemocratica buona fede, convinti davvero che se la ggentecomune si impiccia troppo di troppe cose e' un disastro.

I quorum mancati, le vittorie ignorate, l'atteggiamento dei partiti e dei media, tutto congiura fortissimamente. Quello che resta, lo sappiamo.

Una nuova ed immediata campagna puo' almeno evitare che il sipario venga tirato fino in fondo da subito: il referendum, ed i temi che i 20 referendum trattano, non potranno - magari a costo delle solite drammatiche "invenzioni" dei radicali - essere del tutto ignorati; si dovra' continuare a parlarne, per forza, e per un bel po'.

Gli insulti, le ironie, qualche difesa forse, dovranno arrivare, arriveranno. Il silenzio non potra' compiere in pace il suo delitto.

Un "testimonianza" perche' sopravviva la possibilita' che i cittadini dicano la propria, anche contro l'apparente volonta' suicida dei cittadini stessi.

Allora, forse, se lo scopo e' difendersi soprattutto dal silenzio, 20 referendum sono meglio di due o tre.

Non so se questo possa bastare. Qualcosa e'.

 
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