PANNELLA: "ERA UNA BANDA DI FALSI REFERENDARI, E IO LANCIO ALTRI VENTI QUESITI"
Il leader radicale contro gli sconfitti del 18 aprile: in realtà volevano liquidare quel
maggioritario. E sui vincitori: sono i cavalieri dell'Apocalisse filo Milosevic
"Chi sosteneva la consultazione non voleva il turno secco ma quello doppio"
"La buona fede di Segni è grande quanto la sua imprevidenza"
Di Roberto Zuccolini
ROMA - Finora aveva preferito non parlare, non commentare i risultati di un referendum che non è il suo, anche se il tema è quello per cui si batte da sempre: il maggioritario. Ma ora, che ha deciso di farlo, Marco Pannella è come un fiume in piena. E, come sempre, ha una parola per tutti. Per i »cosiddetti referendari: a parte la »buona fede di Mario Segni, tutti gli altri »volevano liquidare i referendum dopo, in Parlamento. E per i vincitori: Bertinotti, Cossutta, Rauti, Bossi e Marini-Mastella, questi ultimi, considerati come una sola persona perché »due diverse facce della vecchia Dc", sono ribattezzati »i cavalieri dell'Apocalisse pacifista filo Milosevic". Di fronte a loro, visti peggio del diavolo, i radicali annunciano l'inizio della battaglia finale: venduti i "gioielli"di famiglia (a partire da Radio Radicale) continueranno a sostenere la candidatura di Emma Bonino al Quirinale, lanceranno le liste per la stessa Bonino alle europee e, ancora, dal prossimo 30 aprile in tutte le piazze e segreteri
e comunali d'Italia lanceranno la raccolta di firme per venti nuovi referendum.
PERCHÉ ABBIAMO ASSISTITO ALLA SCONFITTA DEL 18 APRILE?
"Perché i "cosiddetti" referendari non erano e non sono distinguibili dagli antireferendari: per loro il referendum è un mero "stimolo" e non, come dovrebbe essere, legge".
EPPURE, ALMENO A PAROLE, CONTINUANO A BATTERSI PER IL MAGGIORITARIO.
"Sì, ma non quello del referendum: un altro, quello doppioturnista, non quello "secco", di stampo anglosassone. Sono tutti su questa posizione tranne Mario Segni, la cui buona fede è tanto grande quanto la sua imprevidenza politica".
E COSI, SONO QUASI PEGGIO DEI VINCITORI?
"Piu' difficile, ma non è questo il problema. Il fronte del "no" è stato guidato da Bertinotti, Cossutta, Rauti,Bossi e Marini-Mastella, con quattro leader su cinque convinti che il nemico sia la Nato e non Milosevic.
L'ammiraglio Venturoni a Bruxelles avrà difficoltà a spiegare la loro linea antiatlantista. Che comunque sarà stata notata a Belgrado. Questi "cavalieri dell'Apocalisse" non rappresentano, lo so bene, un'unica politica, ma molto peggio: sono le viscere antiliberali e antieuropee di un'Italia che fa da sponda alla Libia e al mondo arabo".
MA AVRANNO IL POTERE DI BLOCCARE LA CORSA VERSO IL MAGGIORITARIO?
"Non credo: rappresentano in realtà poco più del 20 per cento dell'elettorato del 18 aprile. Solo con il resto della partitocrazia, quelli del "sì stimolo" possono facilmente trovare un accordo per far fuori la riforma che gli italiani da tempo attendono: quella bipartitica, presidenzialista, americana con il "k", che a me non dispiace".
LA PRIMA PARTITA CHE INTENDONO GIOCARE E QUELLA PER IL QUIRINALE.
"La vicenda dell'elezione del nuovo Presidente, per essere torbida e imperscrutabile, non ha bisogno di quest'ultimo evento referendario".
E COME REAGIRANNO I "VERI" REFERENDARI?
"Lanciando nuovi referendum, battendoci per i diritti civili, politici e umani. Cioè, come sempre, con il Partito radicale. Reagiremo subito per riconsegnare agli italiani la "seconda scheda", quella del referendum abrogativo, caratteristica preziosa della Costituzione repubblicana. Non ci rassegnamo: imbavagliati e clandestinizzati, ripartiamo all'attacco. Raccoglieremo le firme per 20 nuovi quesiti con questi slogan: "per la liberazione dell'impresa e del lavoro", "per una giustizia giusta", "contro il finanziamento pubblico della partitocrazia e della sindacatocrazia". Ma riusciremo nell'impresa solo se avremo dalla nostra parte quelle 7 milioni di partite Iva ultravessate insieme alle piccole e medie imprese, specie del Nord Est, e a tutti i cittadini che vogliono ormai abbattere un regime che si rivela non riformabile".
QUALCHE MESE FA LA CONFINDUSTRIA E LA CONFCOMMERCIO SEMBRAVANO DISPONIBILI AD APRIRE UNDIALOGO SU QUESTI REFERENDUM.
"In questo momento, invece, non giunge da quel fronte alcun segnale. Mi auguro che arrivi rapidissimamente. Ho sperato molto, all'inizio, nella presidenza Fossa, ma per ora nulla si è mosso. Ce la faremo però grazie al Nord Est".
GRAZIE ANCHE ALLA LEGA?
"Per fortuna Bossi è ormai diventato il leader di Agrigento e nel Veneto sta per essere liquidato. Non a caso è un antiamericano miloseviciano, un antiliberista".
E "BONINO FOR PRESIDENT"?
"A questo obiettivo aggiungeremo "Emma for Europe" ed "Emma for Liberal Revolution". Vogliono come sempre clandestinizzarci e forse ci riusciranno. Più i sondaggi ci danno in salita, più li nascondono.
Basta pensare che hanno censurato l'ultimo, quello di Datamedia, perché dimostrava che siamo passati dall'1,3 al 3,6 per cento, non appena erano state annunciate le liste di Emma alle europee. E hanno nascosto che la stessa Bonino è sempre più in cima alla classifica anche per il Quirinale. Ma fra poche ore, in conferenza stampa, il comitato, che è del tutto autonomo, annuncerà nuovi clamorosi sondaggi e
nuovi sostegni alla sua candidatura".
MA GLI OSTACOLI PER SALIRE IL COLLE SONO TANTI. CHI SARA IL VINCITORE SE LA BONINO NON CE LA DOVESSE FARE?
Qui Pannella si ferma un attimo.
Spegne la sua Gauloise e, con tono distaccato, pronostica da vecchio navigatore della politica: "Ma sì, faranno Ciampi, il "buon zio" che ha conservato all'Italia due milioni di miliardi di debito pubblico e aggravato l'affamamento delle due prossime generazioni. Oppure faranno Marini e, chissà, forse anche D'Alema. Perché no? Fini e Berlusconi potrebbero sentirsi più garantiti. Ma speriamo di no".