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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 25 aprile 1999
SEGUE IL TESTO DELLA LETTERA AL DIRETTORE DEL "CORRIERE DELLA SERA" FERRUCCIO DE BORTOLI, MANDATA DA MARCO CAPPATO DOMENICA 25 APRILE.

Roma, 25 aprile 1999

Alla cortese attenzione del

Direttore de "Corriere della Sera" Ferruccio De Bortoli

Caro direttore,

con l'articolo apparso sul Corriere della sera di questa domenica 25 aprile, dal titolo "Dopo il fallimento del referendum firmata la fine delle riforme", Angelo Panebianco aggiunge la sua autorevole firma al decreto di messa a morte delle riforme stesse, e lo fa con due clamorose omissioni:

Prima omissione: Il fallimento del referendum è stato il risultato delle posizioni contraddittorie e trasformiste all'interno dello stesso comitato promotore.

Nel Comitato infatti molti erano coloro che sin dall'inizio avevano dichiarato la propria intenzione di promuovere, all'indomani del voto, una nuova legge elettorale in Parlamento che modificasse la legge così come sarebbe risultata dalla vittoria del sì.

Erano i doppioturnisti della quercia e del somaro, rispetto ai quali sia Segni che gli altri del Comitato si sono guardati bene dall'esigere un impegno preventivo per il rispetto della volontà popolare. Anzi, il fatto che ai referendum fosse accoppiata una proposta di legge di iniziativa popolare per un sistema elettorale a doppio turno rendeva di fatto quasi ufficiale l'allineamento del Comitato nel considerare l'esito del referendum non come "legge", ma come semplice stimolo (o merce di scambio) per la rissa dei partiti. Il Paese quindi non ha "liberamente scelto di porre una pietra tombale sulle riforme costituzionali", come scrive Panebianco. A parte i rassegnati, gli astensionisti cronici (per tacer dei "forzati" residenti all'estero o dei certificati non consegnati) e i fedeli serbo-fascisti-democristiani-comunisti del NO, gli italiani hanno in realtà scelto di non credere a chi li chiamava a votare per una riforma, già preannunciando il tradimento del loro SI. Peccato che Di Pietro abbia provato solo

fuori tempo massimo a scongiurare questa comprensibile preoccupazione, dichiarandosi pronto ad accettare la legge così come sarebbe uscita dalle urne referendarie.

-/-

Seconda omissione: Esiste una forza politica che non si è rassegnata, e che invece di autocommiserarsi per il funerale delle riforme, offre al Paese una possibilità (forse davvero l'ultima) di rivoluzione liberale, antipartitocratica e liberista.

Dal 30 aprile infatti in tutte le segreterie comunali si potranno firmare i nuovi referendum per la liberazione dell'impresa e del lavoro, per la giustizia giusta, contro la rapina fiscale e quella dei finanziamenti pubblici a partiti e sindacati. Basterebbero quei referendum a far riprendere la strada della riforma "americana" delle istituzioni, e si farebbe ancora in tempo ad aggiungere la raccolta firme sul referendum del 18 aprile, se soltanto qualcuno di quel Comitato promotore desse qualche segno di vita.

L'iniziativa dei radicali di Emma Bonino e Marco Pannella viene invece marginalizzata e cancellata proprio dai sacerdoti dei giornali e dei loro "ordini", officianti pseudo-liberali della messa (preferibilmente funebre) per le riforme mancate, che si accontentano, come suggerisce Panebianco, della fiorente (e redditizia) letteratura sacra smerciata ai lettori in questi anni.

Ci auguriamo davvero che il funerale delle riforme, celebrato anche da Panebianco, possa riservare dal 30 aprile la sorpresa del presunto cadavere di questo Paese che si decide a fare la festa al regime, e sfonda la bara nel bel mezzo della cerimonia.

Marco Cappato

Coordinatore dei radicali

 
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