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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 27 aprile 1999
LISTA PANNELLA ALLA COMMISSIONE DI VIGILANZA: RIAPRIRE IL "CASO-RAI"

Roma, 27 aprile 1999 - Nella giornata di oggi, Marco Cappato e Daniele Capezzone, della Lista Pannella, hanno inviato una lunga lettera al Presidente e a tutti gli altri membri della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, nella quale si sottolinea che:

-a 802 giorni dall'approvazione del fondamentale atto di indirizzo del 13 febbraio 1997 con cui la Vigilanza richiamava la Rai "a garantire ai diversi soggetti e alle diverse idee di essere rappresentati, e soprattutto ad assicurare al cittadino il diritto ad essere completamente informato";

-a 523 giorni da quando, il 19 novembre 1997, la stessa Commissione approvò una risoluzione nella quale, "rilevata la pressoché totale assenza dai dibattiti e dai confronti televisivi dei temi sollevati dal Movimento dei Club Pannella e dal suo leader" (finanziamento pubblico dei partiti, riforme elettorali, droga, ecc.), chiedeva alla Rai "di inserire tempestivamente nella programmazione televisiva trasmissioni di dibattito e di confronto sui temi sopra ricordati";

- e infine a 412 giorni da quando, il 10 marzo 1998, la Commissione approvò un'altra risoluzione, nella quale, constatata e denunciata la mancata attuazione da parte della Rai della precedente delibera, ne ribadiva in tutto e per tutto i contenuti e le richieste;

i dati e le cifre forniti a più riprese dall'"Osservatorio di Pavia" e dal "Centro d'ascolto dell'informazione televisiva" mostrano e dimostrano come il decorso del tempo non solo non sia servito a dare attuazione agli indirizzi del Parlamento, ma abbia addirittura consentito alla Rai di aggravare e perfezionare il proprio disegno criminoso ai danni dei cittadini e del movimento radicale, disegno che lo stesso Presidente Storace non esitò a definire "un autentico genocidio politico e culturale".

"Ci chiediamo e vi chiediamo - scrivono i due esponenti radicali- se e come di questa vicenda (che è tuttora al vaglio della Procura della Repubblica di Roma e dell'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni) voglia continuare ad occuparsi anche la Commissione di vigilanza, cui deve essere indubbiamente riconosciuto il merito, con le risoluzioni del novembre '97 e del marzo '98, di aver gettato un primo fascio di luce sulla oscura realtà del cosiddetto servizio pubblico, ma che non ha poi trovato il coraggio di compiere il passo successivo, e di censurare in qualche forma - ma in modo ufficiale- un comportamento che, a questo punto, non si limita a colpire i diritti dei cittadini, e, con essi, quelli del nostro movimento, ma finisce addirittura per vanificare e ridicolizzare gli stessi atti della Commissione. A meno che il Parlamento non abbia già scelto di continuare ad assistere impotente alla reiterata e proterva violazione delle proprie delibere da parte dei fuori-legge di Viale Mazzini, rendendose

ne di fatto complice per omissione".

"In questo senso - si conclude la lettera- un primo significativo banco di prova sarà rappresentato dal trattamento che gli organi di informazione, e in primo luogo il servizio pubblico radiotelevisivo, sceglieranno di riservare ai nuovi referendum che, dal 30 aprile, saranno a disposizione dei cittadini presso tutte le Segreterie comunali, referendum - è bene sottolinearlo- che vertono proprio sui temi che furono - e continuano ad essere- oggetto della più feroce censura e del più violento ostracismo da parte della Rai. Ci auguriamo che la Commissione di vigilanza sappia essere "vigile", e non scelga invece di rassegnarsi definitivamente all'inerzia".

 
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