litica delle opere pubbliche ovunque praticata). Anche in questo caso le differenze ovviamente sono enormi (il Keynesismo delle socialdemocrazie e del new deal, si fonda sui diritti sindacali, le libertà di associazione, di sciopero, di manifestazione e cerca di attuare una redistribuzione sociale a favore delle classi lavoratrici sia con la politica delle spese civili sia con la politica fiscale appunto redistrubutiva sia con la politica dei redditi; il "Keynesismo" neoliberista propone una politica fiscale ben diversa, si potrebbe dire "antiredistributiva" e preferisce la politica delle spese militari...reagan docet; le politiche macroeconomiche delle dittature nazionalsocialiste reprimono esattamente i diritti civili e sindacali e applicano una forte politica delle spese militari...scusatemi la differenza...in tutti i casi però si cerca di sostenere la domanda effettiva).Il "Nazionalboscevismo" è infine una precisa categoria politica, che poco c'entra (a parte l'utilizzo dello stesso strumento politico, il partito leninista) con lo stesso comunismo di stampo sovietico; anche se in qualche modo è un frutto dei regimi e delle classi dirigenti e delle culture politiche dei regimi comunisti del blocco fu sovietico. Nasce culturalmente in certa cultura estremista francese; si afferma nel blocco nazionalpatriottico rossobruno in russia dopo il crollo del comunismo; è analizzato da walter laquer in un suo saggio dedicato proprio ai totalitarismi prossimi venturi. Milosevic e Lukashenko sono esattamente i modelli realizzati di detto nazionalboscevismo "slavo". E sarebbe il caso di dare loro una sonora lezione onde evitare di ritrovarci fra pochi mesi o anni con un regime nazionalbolscevico a mosca. E questo uno dei punti centrali della crisi balcanica. Come evitare che la russia finisca nelle mani di costoro dopo la cura economica neoliberisticomafiosa degli eltzin.