all'attenzione del Dott. Gianni Roi
Redattore capo del CORRIERE ADRIATICO
In risposta alla lettera apparsa oggi nel Vostro giornale, confidiamo che vorrete garantire a noi il diritto di replica, con spazio e posizione non inferiori a quelli concessi al Sig. Trillini.
Con riferimento alla lettera del Sig. Giovanni Trillini, da Voi pubblicata nell'edizione del 5 maggio, gli organizzatori ritengono doveroso dare risposta al vostro lettore, secondo il quale la manifestazione di Piazza del Plebiscito della scorsa domenica, cui hanno partecipato 4000 cittadini italiani e albanesi, sarebbe stata una "istigazione alla violenza" realizzata da un partito, il Partito Radicale, che pretende di essere nonviolento e gandhiano.
Voglio innanzitutto ricordare che lo slogan della manifestazione, attorno al quale si sono uniti tutti i 4000 manifestanti era: "PER LA LIBERTA' NEL KOSOVO, PER L'INCRIMINAZIONE DI MILOSEVIC E PER LA DEMOCRAZIA IN SERBIA", dunque nulla di istigatorio alla violenza.
In secondo luogo vorrei sottolineare come i 4000 "istigatori alla violenza e alla vendetta", tra i quali centinaia erano i bambini, hanno dato vita ad una manifestazione assolutamente pacifica e serena. Voglio altresì ricordare che i sedicenti pacifisti a base di molotov e sassi, quando hanno sfilato, in poco più di cento, per le vie di Ancona hanno "pacificamente" bersagliato i militanti radicali che raccoglievano firme alle Tredici Cannelle (come fanno ormai da un anno e mezzo) per l'incriminazione di Milosevic, con sassi e monetine (oltre che con insulti e minacce, ovviamente).
Quanto all'intervento violento della Sig. Ilenia Mehilli, il Sig. Trillini sa bene che gli oratori successivi se ne sono nettamente dissociati; in particolare il segretario del Partito Radicale Transnazionale ha ribadito, tra gli applausi della folla, che "Milosevic lo vogliamo vivo, per portarlo davanti al Tribunale internazionale dell'Aia".
Infine voglio ricordare al Sig. Trillini che la nonviolenza gandhiana non ha nulla a che fare con il pacifismo d'accatto di chi pone sullo stesso piano massacratori e massacrati e resta neutrale ed equidistante tra gli uni e gli altri. Gandhi diceva che "è pienamente giustificata la violenza usata da coloro che non possono o non sanno usare le armi della nonviolenza e che sono chiamati a difendere la vita delle loro donne e dei loro bambini". Quindi da radicali nonviolenti noi diciamo che l'intervento della NATO e l'autodifesa dell'UCK, dopo che per anni si è tentata invano la via del dialogo col regime nazicomunista di Milosevic, è preferibile alla codarda e vergognosa inerzia dinanzi alla politica di genocidio e di pulizia etnica che dal febbraio 1998, dopo la Croazia e la Bosnia, colpisce il Kosovo e il suo popolo, massacrato, stuprato, derubato e costretto ad un tragico esodo. L'alternativa all'intervento NATO non era e non è la pace, ma la prosecuzione di questa politica. Chi in questi anni ha istigato
all'odio, all'intolleranza e alla violenza, è il dittatore di Belgrado e non altri.
Cordialmente,
Stefano Mazzocchi
Ancona, 5 maggio 1999 Mauro Paolinelli
Esponenti del Partito Radicale Transnazionale,
organizzatori della manifestazione