mentre sottoscrivo buona parte dell'intervento di rita, mi viene un prurito, libertario diciamo, tutte le volte che leggo vatinno, e da un paio di giorni annalisa scarabelli.
si legge infatti che i radicali non hanno democrazia interna, sono tutti appiattiti sul moloch pannella, ritengono di avere sempre ragione, non fanno mai autocritica e, votati all'autocommiserazione e autodistruzione, non solo si inventano il regime, ma adesso riescono a trasformare in merda tutto quello che toccano...
ora, ma e' mai possibile che alla fine queste voci di persone che pur premettono affetto e si dichiarano radicali non riescano a fare lo sforzo, non dico di trovare argomentazioni originali - lasciando quanto dicono ai compagni di liberazione - ma di cercare di ricordarsi come siamo giunti, in italia, alle poche conquiste di liberta'...
ci siamo fermati a istruire percorsi riflessivi volti a garantire la democrazia interna dando a tutte le voci la possiblita' di esprimere il loro consenso o dissenso? oppure abbiamo sempre cercato di privilegiare l'azione giusta al momento giusto, sacrificando a volte la democrazia per la liberta'?
ci siamo fatti consumatori di ore e minuti nel presente per conquistare anche una virgola di riforme? oppure abbiamo speso soldi e tempo per preparare la strada agli eredi del radicalismo italiano che avrebbero, finalmente, potuto rappresentare nei secoli a venire quanto pannella ha sempre fatto ingoiare ai suoi e/o al paese con un'ottima campagna di immagine capace di garantire, chesso', la presidenza della repubblica a emma bonino?
mah, io sono a torre argentina da poco, e forse alcune delle cose che sono state scritte su questi schermi corrispondono a verita', detto questo non mi pare che certi toni, ma soprattutto certe argomentazioni in buona fede sulla rivoluzione e sul fratello dell'altro, siano utili a raggiungere quegli obiettivi che mi pare ci accomunino.
ma forse mi sbagliero'...