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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 18 maggio 1999
Quello che segue è il testo della lettera inviata oggi da Emma Bonino al presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai Francesco Storace.

Alla cortese ed urgente attenzione

del Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai

on. Francesco Storace

e di tutti gli altri membri della Commissione

Bruxelles, 18 maggio 1999

Signor Presidente, caro Francesco,

debbo confessarti che, ai miei occhi, tutta la vicenda relativa alle tribune elettorali in vista delle Europee del prossimo 13 giugno sta assumendo ogni giorno di più connotati letteralmente lunari.

Proviamo insieme a fare il riassunto delle "puntate precedenti". L'intero percorso, che già da giorni -se non da settimane- doveva essere giunto a termine, prevedeva tre "tappe". Prima tappa: approvazione, da parte della tua Commissione, di una delibera volta a fornire alla Rai le "linee guida" per la preparazione dei calendari delle tribune. Seconda tappa: stesura, da parte della Rai, di una bozza di calendario da sottoporre al vaglio della Commissione. Terza tappa: parere finale della Vigilanza, e "via libera" alla partenza della campagna elettorale televisiva.

Ora, caro Francesco, mi pare proprio che le cose non siano andate per il verso giusto. Mentre ti scrivo, infatti, siamo giunti al 18 maggio, la campagna elettorale è già ampiamente iniziata, una prima tribuna -e che tribuna: ci arriverò più avanti- è andata in onda ieri, ma dei calendari non c'è ancora alcuna traccia. Apprendo che una bozza -tuttora misteriosa nei suoi contenuti- esiste, ma che l'Ufficio di Presidenza della Commissione si riunirà soltanto oggi per esaminarla, mentre la tribuna di ieri -così mi pare di aver capito- è andata in onda solo grazie ad una "deroga", ad una "autorizzazione" da te concessa alla Direttrice dei servizi parlamentari Angela Buttiglione.

Che dire? Quanto al metodo, mi pare gravissimo il ritardo accumulato dalla Commissione di vigilanza, che, decidendo -o, peggio, avendo deciso di decidere- fuori tempo massimo, ha finito e finisce per imporre a tutti la logica del "fatto compiuto", impedendo tra l'altro anche la possibilità teorica di correggere in tempo utile le scelte che verranno adottate. Quanto al merito, poi, mi appare sempre più evidente il rischio -se non addirittura la certezza- che, in base alla delibera della Vigilanza del 27 aprile scorso, la Rai possa, per così dire, "cavarsela", limitandosi a "concedere" a ciascuna lista la miseria di tre-tribune-tre nell'arco di trenta giorni (peraltro sempre in contraddittorio con altri tre partiti e comunque nelle fasce più infelici dei palinsesti), di una striminzita conferenza-stampa di 20 minuti (che molte liste -è il caso della mia, ad esempio- saranno costrette a tenere a notevolissima distanza dal momento del voto), e dell'appello al voto finale di tre minuti. Mi pare davvero un po' po

co.

Nei giorni scorsi, proprio per "ridurre il danno", per tutelare meglio il diritto dei cittadini ad essere informati, ti avevamo proposto di prevedere almeno altri tre spazi, altri tre "appelli" -all'inizio, a metà e alla fine della campagna elettorale- per ciascuna delle liste concorrenti, da trasmettere e successivamente replicare sulle tre reti della Rai in più fasce orarie nell'arco della giornata: bene, chi ti ha scritto quella lettera attende ancora che qualcuno ci faccia conoscere l'opinione tua e della Vigilanza in proposito.

Quanto poi alla tribuna alla quale ho avuto la (s)ventura di partecipare ieri, debbo proprio dirti che raramente mi era capitato di assistere ad una simile imbarazzante prova di imperizia: una conduzione francamente lunare; trenta minuti da suddividere col contagocce tra i rappresentanti di ben quattro partiti; assoluta assenza dal video dei simboli delle liste; e -cosa non priva di una irresistibile, per quanto involontaria, vis comica- una scenografia volta ad attribuire alla conduttrice una centralità demiurgica, sacerdotale, da "celebrante", con i poveri politici relegati anche fisicamente ad un ruolo marginale e di contorno, quasi costretti ad elemosinare dalla "sacerdotessa" spazi, microfono e inquadrature.

Come vedi, cerco di sorridere, ma la questione -tutta la questione- è e resta tremendamente seria. Quello che vorrei capire -e credo che con me lo vogliano capire in tanti- è se la Commissione di vigilanza intenda rendersi complice di un disegno per cui a quello stesso sistema radiotelevisivo che tutto l'anno consente al sistema dei partiti -con l'eccezione che ben conosciamo- di raggiungere quotidianamente decine e decine di milioni di telespettatori, sia invece consentito in campagna elettorale -e cioè proprio nel momento in cui dovrebbe meglio essere garantito il diritto dei cittadini a conoscere per deliberare- di chiudere tutti gli spazi, e di costringere i momenti di confronto pre-elettorale in nicchie -per non dire in "ghetti"- dalle quali è possibile rivolgersi solo a poche centinaia di migliaia di persone.

Questa è la "domanda" che ti pongo. Credo che già la riunione di oggi dell'Ufficio di presidenza della Commissione possa rappresentare -se lo vorrai, se lo vorrete- una buona occasione per cominciare a fornire una qualche "risposta".

Cordiali saluti,

Emma Bonino

 
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