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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 20 maggio 1999
ELEZIONI EUROPEE. LISTA BONINO: CON LE TRIBUNE RAI RAGGIUNGIBILI SOLO 5 MILIONI DI ELETTORI SU 48

Roma, 20 maggio 1999 - Il 18 maggio scorso, la Commissione parlamentare di vigilanza ha dunque dato la sua approvazione definitiva al calendario di tribune predisposto dalla Rai. Come era fin troppo facile prevedere, la Vigilanza ha scelto di attestarsi sulla linea più bassa, e di limitarsi a "concedere" gli spazi minimi previsti dalla sua risoluzione del 27 aprile scorso.

In concreto, ad ogni lista saranno garantiti soltanto i seguenti cinque spazi:

- tre tribune, della durata di 30 minuti, organizzate con la formula del confronto tra i rappresentanti di tre o quattro partiti, e trasmesse alle 14.00 su Rai1 oppure alle 13.30 su Rai2;

- una conferenza stampa, della durata di 20 minuti, trasmessa in seconda serata su Rai1 o su Rai2, e che molte liste dovranno tenere a notevolissima distanza dal momento del voto (è il caso, ad esempio, della Lista Bonino, a cui è stato "assegnato" il 2 giugno);

- l'appello al voto finale di 3 minuti, trasmesso in seconda serata su Rai1 o su Rai2.

Tutto qui.

In base ad un'analisi ponderata dei dati relativi alle tribune trasmesse dal 1994 ad oggi in occasione di tutte le competizioni elettorali o referendarie, è possibile affermare che, su Rai1 alle 14.00 e su Rai2 in seconda serata, gli indici di ascolto delle tribune arrivano a mala pena al milione di telespettatori, mentre nelle altre due fasce orarie, su Rai2 alle 13.30 e su Rai 1 in seconda serata, stentano a raggiungere i due milioni di ascoltatori. Su queste basi, si può affermare con buona approssimazione che, in questi trenta giorni, attraverso gli spazi "istituzionali" approvati dalla Commissione di Vigilanza, ciascuna lista potrà rivolgersi soltanto a 5 milioni di elettori su 48. Appena il 10,4% dei cittadini. Circa il 90% dell'elettorato risulterà dunque letteralmente irraggiungibile.

In sostanza, trova piena conferma il meccanismo perverso per cui quello stesso sistema televisivo che tutto l'anno consente ai partiti - con l'eccezione che ben conosciamo- di raggiungere quotidianamente decine e decine di milioni di telespettatori, quando giunge il momento straordinario del voto, può invece far calare sulla campagna elettorale una saracinesca letteralmente inesorabile. Il disegno è chiarissimo: la politica - quella "vera"- deve continuare ad essere appannaggio esclusivo dei telegiornali e dei salotti di Bruno Vespa, ai quali, ovviamente, hanno accesso soltanto i soliti noti; tutti gli altri sono violentemente sospinti in veri e propri "ghetti" dai quali è possibile raggiungere solo quote assolutamente marginali dell'opinione pubblica.

 
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