Roma, 20 maggio 1999
Con l'approvazione dell'emendamento alla legge sulla fecondazione assistita sull'adottabilità degli ovuli fecondati e non utilizzati - adottato con l'appoggio del PPI che si è schierato con l'opposizione - prosegue il cammino proibizionista e liberticida dell'Italia verso un modello di Stato autoritario e paternalista. Si impone la via giudiziaria alla gestione della fecondazione assistita, con la competenza del magistrato "degli embrioni" a decidere sull'esproprio. Si impone la via repressiva, liberticida e criminogena contro la fecondazione eterologa, legale peraltro in molti altri Stati europei e non.
Se con la legge sull'aborto si erano imposti invece i principi della libertà e responsabilità dell'individuo nella gestione del proprio corpo e della riproduzione, oggi c'è chi propone il divieto d'aborto in caso di fecondazione assistita e la creazione di uno status dell'embrione. Speriamo caldamente che non si apra in Italia una stagione - grazie anche ai riferimenti "alla famiglia", e non "alle famiglie", del Presidente della Repubblica - di mancata traduzione di libertà individuali in diritti civili riconosciuti e garantiti dallo Stato.
Da forza liberale, libertaria ed antiproibizionista ci opporremo ad una tale deriva, per riaprire in Italia una nuova stagione per i diritti civili e le libertà individuali.