Comitato cittadino "i Radicali"
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DICHIARAZIONE DI GIANCARLO SCHEGGI, CANDIDATO AL PARLAMENTO EUROPEO PER LA LISTA BONINO, SUL PROCESSO AI MILITANTI RADICALI DI FIRENZE PER DIFFUSIONE DI STAMPA "CLANDESTINA".
Firenze, 20 maggio 1999.
" Difendiamo la libertà di stampa e per il giudice questo non è di interesse
socialmente rilevante. E' con questa motivazione che il Pretore Silvia
Chiarantini alla prima udienza del 19 maggio ha negato a Radio Radicale la
registrazione radiofonica del processo che mi vede accusato, assieme ad
altri militanti radicali di Firenze, per il reato di diffusione di stampa
"clandestina" (il giornale "Risorgimento liberale", il cui direttore
responsabile non era iscritto alla corporazione detta "Ordine dei giornalisti").
Tutto ciò può essere considerato grave o un'insignificante baruffa (l'espulsione
del coimputato Vincenzo Donvito e del nostro avvocato difensore Elisabetta
Bavasso). Quel che conta veramente non accadrß per nelle aule dei tribunali
fiorentini (il processo stato rinviato al 2000), ma alla Consulta che si
pronuncerà nei prossimi mesi sulla costituzionalitß dell'Ordine dei giornalisti.
I tempi stanno insomma maturando per l'affermazione di una delle tante storiche
battaglie radicali, tutte rappresenate oggi nel volto e nel simbolo di Emma
Bonino. "
Giancarlo Scheggi
Allegato - Breve cronistoria della prima udienza del processo a precisazione di
alcuni resoconti pubblicati sulla stampa (in particolare su "La Nazione" e su
"Il Giornale della Toscana")
L'udienza si è svolta davanti al Pretore Silvia Chiarantini, dove sono comparsi
i signori Vincenzo Donvito, Valerio Giannellini, Roberto Rogai, Carlo Serafini,
Giancarlo Scheggi, per il reato di cui all'articolo 633 bis, c.p., che gli stessi
autodenunciarono l'8 aprile 1996 in occasione della divulgazione del giornale
"Risorgimento liberale", diretto da Rita Bernandini, non iscritta all'Ordine
dei giornalisti, a sostegno del referendum per la sua abolizione.
Il Pretore ha rifiutato la richiesta di Radio Radicale per la registrazione
radiofonica del processo, motivando tale rifiuto col fatto che la registrazione
fonica era già assicurata attraverso l'apparecchiatura dell'aula e affermando
testualmente che per la diffusione via radio di questo procedimento
"non sussiste un interesse sociale particolarmente rilevante...su questioni di
diritto difficilmente comprensibili all'esterno". Il Pretore ha poi ordinato
di escludere comunque dalla registrazione d'ufficio la parte istruttoria,
nonostante le puntuali contestazioni dell'avvocato Bavasso. Vincenzo Donvito
è stato quindi espulso dall'aula per comportamento "irrispettoso" nei confronti
del pubblico ministero. L'avvocato Bovasso ha a questo punto conferito con i
suoi assistiti, decidendo alla fine di abbandonare la difesa. Alla ripresa dei
lavori, dopo la nomina dell'avvocato di ufficio, la dottoressa Bovasso è stata
anch'essa allontanata dall'aula, dopo aver protestato contro il giudice per il
rifiuto di aprire i microfoni continuando con la verbalizzazione a mano.
La causa è stata rinviata al 19 gennaio 2000, confidando che nel frattempo,
come abbiamo sentito dire sotto voce al pretore, la Corte costituzionale avrà
pronunciato la sua sentenza sull'eccezione di costituzionalitß rimessagli il
24 marzo 1999 dal Pretore di Livorno Paola Belsito, su sollecitazione
dell'avvocato Caiazza in qualitß di difensore di altri militanti radicali
coinvolti in quella città in procedimento penale per lo stesso reato.