Comitato cittadino "i Radicali"
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Ecco copia di una lettera inviata dal Comitato al Direttore del giornale
LA NAZIONE a seguito della censura di fatto da parte di tale quotidiano
di tutte le iniziative che hanno avuto luogo in citta' durante le prime
settimane di campagna referendaria.
Firenze, 19 maggio 1999
Signor Direttore,
Come certamente saprà a partire dal 30 aprile u.s. è in corso una campagna
referendaria su ventuno quesiti promossi dai Radicali.
E' inutile sottolineare la rilevanza di questa iniziativa, data sia dalla
importanza dei temi toccati che dal momento politico scelto. Un momento
politico che vede messo in forte discussione il diritto stesso dei cittadini
a poter ricorrere ai referendum. L'attacco viene innanzitutto dai Partiti e
dal Parlamento con il loro mancato rispetto negli anni della volontà popolare,
(basti pensare agli esempi del voto sulla "giustizia giusta" e di quello sul
finanziamento pubblico), ma anche dall'atteggiamento ostile delle Istituzioni
(vedi i problemi per la raccolta delle firme nei Comuni) così come da parte di
certi mezzi d'informazione.
La campagna referendaria in corso non si sottrae a questa logica, anzi dimostra
l'ulteriore irrigidimento di tutte le parti avverse, forti anche del mancato
raggiungimento del quorum nelle votazioni del diciotto aprile.
A Firenze è attivo un Comitato cittadino per i Referendum che appoggia anche la
campagna elettorale della lista Emma Bonino alle elezioni europee. Sono state
organizzate assemblee, manifestazioni e conferenze stampa, oltre ai tavoli
quotidiani di servizio pubblico per i cittadini, e salvo l'eccezione che
conferma la regola, mai il suo giornale ha dato notizia di queste iniziative.
Ultima in ordine di tempo la manifestazione di sabato 15 c.m. davanti al Comune
di Firenze. Anche in questa occasione, nonostante il lavoro svolto da un
fotografo del Suo giornale che ha documentato l'avvenuto, abbiamo dovuto
verificare l'assoluta mancanza di pubblicazione anche di un minimo riferimento
alla notizia.
Ci permettiamo di segnarLe tutto questo auspicando un diverso trattamento e
chiedendoLe un incontro nel quale possano più compiutamente essere espresse
le nostre ragioni.
Antonio Bacchi