Roma, 23 maggio 1999
Da Bruxelles, ed ora più insistentemente anche dai palazzi romani, viene data la notizia sulla stampa italiana e internazionale, di una mia CERTA esclusione dalla prossima commissione europea nonostante il presidente designato, Romano Prodi, abbia ripetutamente affermato che fino al 13 giugno non sarà presa nessuna decisione.
(Non essendo abituata a frequentare le segreterie dei partiti che esercitano poteri di indirizzo e di veto) ci troviamo in presenza del completamento di un disegno volto ad espellere una presenza istituzionale che, evidentemente, non è gradita perché forte di opinione internazionale e soprattutto di uno straordinario dato di popolarità.
Del resto il modo nel quale è stata trattata la mia candidatura alla presidenza della Repubblica - certamente proprio per lo straordinario consenso che ha ricevuto - letteralmente cancellata dalla gran parte di tv e giornali, doveva far comprendere - e perfettamente lo avevo compreso e denunciato - che contro di me, contro la storia politica radicale che rappresento, si sono scatenati interessi forti, consolidati e consociati, interessi partitocratici e di regime.
Così come la mia candidatura al Quirinale aveva anche lo scopo di rendere più trasparente e democratico quel confronto, così, oggi, la mia e nostra espulsione anche come secondo nome italiano per la Commissione europea dovrebbe restare questione per pochi iniziati, mentre per meglio poter far questo, si disinforma tutto il popolo italiano.
LA LISTA BONINO E I MEDIA
La realizzazione di questo tentativo ha come strumento solito e aggravato il silenzio che nelle ultime settimane è calato sulla mia persona. La decisione di presentare una lista col mio simbolo e di capeggiarla ha annullato la mia presenza istituzionale proprio nel momento in cui, sia sul fronte della politica dei consumatori, che della pesca (si pensi alle misure per far fronte alle difficoltà dei pescatori dell'adriatico a causa delle bombe), per non parlare dell'aiuto umanitario, sono riuscita a far approvare provvedimenti di grande portata e significato, con buona pace di Eugenio Scalfari che continua a ripetere - e per questo sono stata costretta a querelarlo - che nulla la commissione ed io in particolare, abbiamo fatto nella crisi della ex jugoslavia.
I sondaggi che danno percentuali significative alla lista Bonino hanno fatto scattare una feroce chiusura, ancora una volta, nei confronti dei radicali. Come nel passato non siamo disponibili ad accettare in silenzio questi metodi e annuncio che azioni giudiziarie e militanti saranno assunte nelle prossime ore. Ricordo che appena una settimana fa ci siamo recati dal procuratore di Roma Vecchione e a lui abbiamo consegnato una voluminosa denuncia per attentato ai diritti politici e civili dei cittadini da parte della Rai e in particolare della trasmissione porta a porta.
Ma se la Rai ha responsabilità chiare per il suo ruolo di servizio pubblico non si può tacere, anche al di là della nostra presenza, il silenzio della tv privata - a partire da Mediaset - sulla campagna elettorale in corso. Chiederemo anche su questo un incontro con il Capo dello Stato.
Fra i giornali, infine, non posso passare sotto silenzio l'atteggiamento del gruppo Rizzoli Corriere della Sera che sembra tutto proteso a nascondere una presenza politica come la nostra nella quale la gran parte dei suoi lettori può riconoscersi specie nel confronto europeo che non abbiamo - questa è forse la nostra colpa - mai piegato a logiche di potere italiota.