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Partito Radicale Rinascimento - 24 maggio 1999
D'ANTONA: PANNELLA A RADIO RADICALE AGENZIE DI STAMPA

D'ANTONA: PANNELLA, 'DOCUMENTO ASSASSINI PRENDE POSTO VITTIMA'

Da un lancio dell'agenzia AGI delle ore 17.37

Roma, 24 mag. - La metafora e' di quelle destinate, come si dice, a far discutere ma Marco Pannella non smentisce la tradizionale vis polemica per lamentare che "al centro della vita nazionale e' stato posto il documento politico e le dichiarazioni politiche" degli assassini di D'Antona, aggiungendosi al fronte di chi chiede silenzio stampa sui documenti dei terroristi.

"Mi viene la tentazione, non dico di ammazzare qualcuno emettergli in tasca un nostro documento, ma di andare in obitorio, vedere se ci prestano un cadavere e metterlo sotto al 'Messaggero', o al 'Corriere della Sera', o alla Rai, con una'risoluzione'", dice Pannella da 'Radio radicale'.

"Quando c'e' un assassinio il problema e' di cronaca nera", dice il leader radicale affermando invece che "nel caso di D'Antona e' scomparso l'assassinato, se non per

fargli un bel monumento alla memoria, sono scomparse le sue ragioni, i suoi documenti scritti".

Pannella prosegue affermando che "se sei un non violento ghandiano puoi anche arrivare al trentesimo giorno di sciopero della fame, al sesto di sciopero della sete, avere Pasolini, Sciascia e tanti altri che gridano l'allarme perche' la censura

e l'ostracismo non sono accettabili rispetto alle tue posizioni ma nessun sociologo, nessun giornale dibattera' sui tuoi documenti. In quaranta anni - chiarisce - nessuno si e' mai preso la briga di dibattere i nostri".

D'ANTONA: PANNELLA, QUASI QUASI MI FACCIO PRESTARE UN CADAVERE

Da un lancio dell'agenzia ANSA delle ore 18.08

ROMA, 24 MAGGIO - Marco Pannella, in diretta a Radio Radicale, ha protestato ancora una volta per lo scarso ascolto prestato alle tesi dei radicali, dei non-violenti gandhiani e ha contrapposto dialetticamente questo silenzio con la grande risonanza giornalistica ottenuta dalla 'risoluzione' recapitata per rivendicare l'assassinio di Massimo D'Antona. Cosi' facendo, ha detto Pannella, questa stampa istiga a delinquere.

''Mi viene la tentazione - ha aggiunto - non dico di ammazzare qualcuno e di mettergli in tasca un nostro documento, ma di fare un esperimento: andare in obitorio e vedere se ci prestano un cadavere per metterlo sotto la sede di un giornale o

della Rai con una 'risoluzione' e vedere cosa succede''.

''Nel caso di D'Antona - ha concluso - sono scomparsi l'assassinato, le sue ragioni, i suoi documenti scritti e al centro della vita nazionale sono stati posti il documento e le dichiarazioni di coloro che lo hanno assassinato''.

 
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