come dovresti aver letto, prima ho usato il termine "plusvalore" dicendo chiaramente (ma evidentemente non sono stato, ahime, troppo chiaro) che era un termine del linguaggio marxiano. Infatti la scienza economica moderna (liberale e non liberale) parla di "sovrappiù". Mettendo il concetto di sovrappiù al posto del "plusvalore" il mio ragionamento non cambia assolutamente in nulla: vi è una percentuale elevatissima del pil e del reddito disponile che va allo Stato (come è evidente non pongo un problema dell'origine di detto sovrappiù.....probelma che poi è alla bse dei casini della teoria del valore fondata sul concetto di plusvalore; questo tanto per evitare alla caporale di prendere altre ineleganti granchi). I neoliberisti (sottolineo il "neo"), esattamente come i marxisti, pongono un problema (decisivo), quello della ripartizione di tale sovrappiù fra forze sociali. I neoliberisti contestano questa troppo elevata percentuale di tassazione. Mi pare evidente che la "classe" (per capirci con tutti, caporale
compresa, il concetto di "classe" è da intendersi con le virgolette in quanto le "classi" della fine Duemila non assomogliano molto a quelle della prima rivoluzione industriale) produttive sono intese dai "neoliberisti" come il soggetto sociale del cambiamento ("rivoluzionario" sempre con le consuete virgolette). Mi pare evidente che in tutte (o quasi) le democrazie industriali, uno degli issue (si dice così, vero?) fondamentali è esattamente quello fiscale (il che non dovrebbe essere sfuggito neppure alla caporale).
Tutto questo per te sarà "vuota tautologia" (altro concetto marxiano, guarda le coincidenze...); ho però l'impressione che basta andare in un qualsiasi mercato rionale di tutto l'Occidente (e non solo...) e la questione fiscale (ovvero la questione della sovrapresenza dello Stato nell'economia e nella società) è tutto fuorchè una "vuota tautologia".
Un'ultima osservazione: naturalmente i tuoi gradevoli insulti (tipici delle aspiranti baronesse universitarie....,ambiente che Tu frequenti, non io...) non possono coprire il fatto che non rispondi alla questione di fondo: ovvero che anche i temi della bioetica, dell'ingegneria genetica, del Dna ricombinante, delle droghe e quantaltro, sono temi legatissimi al tema neoliberista di fondo, ovvero alla presenza dello Stato nell'economia e nella società. Ovvero, traducendo, esattamente come negli anni settanta, i temi dei diritti civili erano la leva essenziale per cercare di cambiare lo status quo, ora i temi del mercato e della riforma del Welfare sono la leva di oggi. Questa rimane la mia modestissima opinione. Anche se, ripeto, non sono un liberista nè vecchio nè neo; e anche se sono e rimango un povero riformista, ovvero "social-liberale", che però cerca di non essere eccessivamente ottuso rispetto ai cambiamenti del mondo.
NB. naturalmente anche tu dovresti sapere che scrivendo sul computer si fanno errori, o almeno io, che sono imbranato li faccio e non per questo insulto il prossimo. Ma naturalmente la classe e lo stile é quello che é.
claudio landi, o lando, o landa